Lo scorso novembre è uscito uno dei dischi più significativi dell’anno appena passato: TRAVELIN’ THRU – The Bootleg Series Vol. 15 1967-1969, una collezione di rarità e versioni inedite di pezzi di Bob Dylan, da solo e accompagnato da Johnny Cash, per i suoi fan più accaniti (ma non solo).
I più scalmanati esegeti rimarranno sicuramente delusi dal fatto che questo ennesimo capitolo della collana dedicata agli archivi di Bob Dylan non prevede edizioni torrenziali di millemila supporti: è solo un triplo Cd (o triplo Lp) con una cinquantina di brani. Non che la veste “concisa” metta al sicuro da accuse di prolissità da parte dei normali appassionati… ma, ecco, di fronte alle venti (!) versioni complete e non di One Of Us Must Know (Sooner Or Later) contenute nella “Collector’s Edition” di diciotto compact del VOLUME 12, solo per fare un esempio, cosa mai saranno le tre Girl From The North Country di questo VOLUME 15? Le ripetizioni di svariati titoli in take/arrangiamenti diversi sono d’altronde un elemento-cardine della BOOTLEG SERIES, tanto quanto gli inediti assoluti che vi affiorano, e per i cultori il gioco dei confronti è sempre piacevole e stimolante.
Dal primo disco, composto da recuperi dalle session di JOHN WESLEY HARDING (1967) e NASHVILLE SKYLINE (1969), emerge un unico pezzo finora mai pubblicato ufficialmente, il blues Western Road, mentre nel resto del programma si apprezzano tra le altre cose take alternative di classici come All Along The Watchtower, Lay Lady Lay e I’m A Lonesome Hobo.
Nel secondo, certo il più interessante, sfilano episodi dai repertori di Dylan e Johnny Cash interpretati in duetto: si tratta delle famose session del febbraio 1969, delle quali il terzo supporto allinea ulteriori estratti (compresa la Wanted Man accreditata a Dylan benché si dice fosse stata scritta da entrambi, e due medley di cover di Jimmie Rodgers), assieme a tre riesumazioni dal “Johnny Cash Show”, a due pietre miliari di Cash – Ring Of Fire e Folsom Prison Blues – notevolmente personalizzate da Dylan nelle sedute di SELF PORTRAIT e un’altra manciata di tracce incise nel 1970 con un eroe del bluegrass, Earl Scruggs.
TRAVELIN’ THRU è insomma un gran bell’approfondimento sulla “fase country” del Nobel di Duluth, e il materiale in coppia con l’Uomo in Nero è al di là di ogni retorica e ogni sensazionalismo un prezioso reperto storico e artistico.
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