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Top of the Pops: alcune delle esibizioni più controverse

Top of the Pops ha regalato al mondo delle performance indimenticabili, come quando Kurt Cobain cambiò il testo di Smells Like Teen Spirit in segno di protesta contro le regole del programma.

Chi si ricorda l'attesa della classifica settimanale, con tanto di incoronazione di re o reginetta del pop? Era Top of the Pops (TOTP) a occuparsi minuziosamente di stilare una classifica contenente tutti i migliori brani pop della settimana che veniva, poi, trasmessa in tv il sabato pomeriggio (su Rai 2 per le prime quattro stagioni e su Italia 1 per le ultime tre). 

Top of the Pops è stato un must della televisione italiana per molti anni, nonostante la storia del programma non sia sempre stata facile: venne trasmesso senza interruzioni dal 2000 al 2006, anno in cui venne chiuso per mancanza di fondi. Non definitivamente, però: quattro anni dopo, tornò in onda con la grinta di un tempo ma, nel 2011, Rai 2 decise nuovamente di cancellare lo show dai propri palinsesti, probabilmente perché le previsioni di share non erano abbastanza soddisfacenti da giustificare i costi diproduzione.

Nonostante abbia fatto sognare molti ragazzini italiani dei primi anni 2000, Top of the Pops non è stato concepito nel Belpaese: si trattava, in effetti, di un remake del programma originale, nato nel Regno Unito per mano della BBC nel 1964. Proprio in patria, ottenne il titolo di show televisivo a sfondo musicale più longevo, con 42 anni di onorato servizio

Il format era molto simile a quello italiano: una classifica settimanale contenente tutti i brani più popolari del periodo. Alcuni degli artisti presenti in classifica, poi, venivano invitati direttamente in studio per potersi esibire live o in playback (il che non fu sempre del tutto accettato dai fan che avrebbero preferito un approccio ai brani meno costruito). Non tutti gli artisti potevano però essere presenti live. Per questo motivo, venne ingaggiato un corpo di ballo che si esibisse sulle note dei brani in classifica quando non potevano essere gli artisti stessi a proporre la propria performance. Qualche tempo dopo, invece, al posto del corpo di ballo iniziarono a essere mandati in onda i video delle canzoni in questione per colmare i vuoti sul palco.

Per un momento di pura nostalgia, vi lasciamo qui sotto la storica sigla del programma: il famoso riff di Whole Lotta Love dei Led Zeppelin

Nei suoi periodi di maggiore splendore, il palco di Top of the Pops era considerato da tutti i maggiori artisti del momento come un obiettivo da raggiungere. Basti pensare che a inaugurare il palco dello show furono nientedimeno che i Rolling Stones con la loro I Wanna Be Your Man

Tornando alla questione playback: fino al 1991 (quando venne offerta agli artisti la possibilità di cantare live su una base registrata) il playback era la prassi e furono i Nirvana i primi a protestare, rifiutandosi di utilizzare una versione pre-registrata di Smells Like Teen Spirit sulla quale doveva essere eseguito il playback. Così, Kurt Cobain cantò a voce bassissima e modificando il testo della canzone proprio in segno di disappunto. Fu un'esibizione memorabile.

Anche gli Oasis, qualche anno dopo, non furono da meno e decisero di scambiarsi di ruolo durante l'esecuzione di Roll With It.

Un'altra curiosità particolare a riguardo è quella che ha per protagonista il video di Bohemian Rhapsody dei Queen. Il chitarrista della band, Brian May, affermò che il video – poi diventato fra i più famosi della storia della musica globale – sarebbe stato creato nel 1975 proprio per evitare al gruppo di cantare in playback sul palco di TOTP sulla base di un brano di così complicata esecuzione. 

Insomma, controversie a parte, Top of the Pops ha fatto la storia della televisione britannica e non solo. Anche in Italia continua a essere visto come un pezzo della propria giovinezza da molti ragazzi che conservano gelosamente nella memoria i ricordi delle proprie esibizioni preferite. 

Alessia Marinoni

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