The Who e quel brutto incidente a Woodstock

Tommy, The Who, Classic Rock, Stone Music, Pete Townshend, Roger Daltrey

Nel 1969 gli Who erano già all'apice del successo e, ovviamente, non potevano mancare al più grande festival di musica di sempre: Woodstock. Tuttavia, un incidente rovinò loro l'esperienza.

In un'intervista con il «New York Times» Roger Daltrey, voce degli Who, ricorda l'esibizione della band a Woodstock come una delle peggiori in assoluto. Lo show infatti fu bruscamente interrotto (suscitando l'ira di Pete Townshend), ma si trattò solo della ciliegina sulla torta: fin dal giorno precedente fu chiaro che le cose non sarebbero andate come si aspettavano. 

Secondo il programma, gli Who si sarebbero dovuti esibire a Woodstock la sera del 16 agosto, come penultimo gruppo della giornata. Poiché la strada era invasa dal traffico, lasciarono l'hotel con grande anticipo, ma quando arrivarono in loco trovarono una triste sorpresa ad accoglierli. Girava infatti voce che le band non venissero pagate, che a causa del sovraffollamento i promotori avessero deciso che lo spettacolo fosse gratuito e non stessero quindi riscuotendo il prezzo dei biglietti. 

Ovviamente, la band non accettò questo trattamento, e decise di imporsi: gli Who non avrebbero suonato se prima non fossero stati pagati. Gli organizzatori si affannarono per cercare i soldi, ma molte banche erano chiuse. Alla fine, gli Who riuscirono a salire sul palco solo alle 5 di mattina del giorno successivo. Nell'intervista già citata Daltrey ricorda l'esperienza:

Di che umore era quando è andato in scena alle 5 del mattino?

Stanco! Ti prepari per una rissa. Eravamo determinati a far valere la nostra musica. "Questo lo batteremo, non ci faremo battere da lui".

Insomma, la band doveva essere sfinita al momento di salire sul palco: il backstage era pieno di fango e il set devastato dalle esibizioni precedenti. Eppure, salirono sul palco con la solita grinta per suonare il loro ultimo album, TOMMY (di cui abbiamo parlato qua). 

Il peggio, però, doveva ancora arrivare. Nel bel mezzo della loro performance vennero interrotti da Abbie Hoffmann, un attivista americano che riuscì a salire sul palco e ad accaparrarsi un microfono. Approfittando della visibilità del momento, tentò di fare un discorso di protesta contro l'imprigionamento di John Sinclair, del White Panter Party, che era stato incarcerato per il possesso di marijuana. 

Gli Who, possiamo immaginarlo, non la presero bene. Pete Townshend fu il primo a reagire. Con la sua chitarra colpì Hoffmann, accompagnando il gesto con le parole: "Prova a rifarlo e ti ammazzo". 

Insomma, se oggi molti di noi sarebbero entusiasti a partecipare al festival hippie del peace & love (forse per l'immagine utopica che ne abbiamo - leggi qua la leggenda relativa), lo stesso non può dirsi degli Who. Con il senno di poi, rivela Daltrey, dopo le prime dieci ore se ne sarebbe dovuto andare.

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