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3 canzoni fondamentali secondo Robbie Robertson

Durante una recente intervista, il musicista e compositore canadese, celebre per la sua appartenenza a The Band, ha dichiarato di essere legato a tre canzoni in particolare. Ecco quali.

Ci sono alcune canzoni che non si dimenticano mai. Alcune perché hanno fatto da colonna sonora ad alcuni dei momenti più importanti della nostra vita e altre semplicemente perché ci sembra parlino del nostro mondo interiore

Sarebbe sbagliato pensare che questa sensazione appartenga solo agli ascoltatori, ai fruitori di musica, e non a chi della musica ne fa un mestiere.

È il caso dell'artista canadese Robbie Robertson, noto per la sua appartenenza al gruppo The Band che, complice anche la sua grande esperienza all'interno del mercato musicale, durante un'intervista al «Los Angeles Times» ha scelto tre brani che hanno influenzato la sua carriera

Brown Eyed Handsome Man di Chuck Berry

Nel corso dell'intervista, Robertson parla di Brown Eyed Handsome Man di Chuck Berry come di una vera e propria rivelazione, soprattutto per il sound tutto particolare della chitarra dal quale l'artista è rimasto affascinato molti anni fa e che non ha mai dimenticato.

Recentemente, è riuscito a riprodurre quello stesso sound grazie a una Gibson creata appositamente per lui e donatagli in occasione della festa del papà dal figlio Sebastian

Like a Rolling Stone (live) di Bob Dylan & The Hawks

La seconda canzone citata da Robertson è la celeberrima Like a Rolling Stone di Bob Dylan (nella versione live del 1966 con i The Hawks, gruppo nel quale militava Robertson e precursori dei più famosi The Band).

Robertson racconta di come il suo destino e quello di Dylan si siano incrociati per un istante proprio mentre questo brano era in cantiere. Era l'estate del 1965 e, mentre Bob Dylan era in studio di registrazione, Robertson si trovava con l'amico e collega John Hammond Jr a sua volta conoscente di Dylan. Hammond disse a Robertson di aver promesso a un suo amico di passare a salutarlo in studio di registrazione e così fu: i due si diressero verso il Columbia Studio di New York dove incontrarono Dylan mentre era alle prese con la registrazione di questa sua pietra miliare della storia della musica.

Robertson ricorda che appena sentì Like a Rolling Stone pensò che Dylan avesse davvero fatto centro con un brano così innovativo, qualcosa che lui non aveva mai sentito prima.

Once Were Brothers di Robbie Robertson

La terza traccia citata da Robertson è una delle sue ultime registrazioni. Si tratta di un brano pubblicato nel 2019 nell'album SINEMATIC, ultimo lavoro dell'artista. Il brano è diventato anche un film documentarioOnce Were Brothers: Robbie Robertson and the Band, che riprende le origini di uno dei gruppi rock per eccellenza, The Band, appunto.

Il gruppo, che inizialmente prese il nome di The Hawks, accompagnò i primi anni di carriera di Robertson (che vi militava come chitarrista e voce) e, come è noto, raggiunse maggiore fama durante la collaborazione con Bob Dylan.  

Nell'intervista, Robertson racconta che è stato molto gratificante per lui scrivere questo pezzo e di essere molto contento di esserci riuscito dato che molti musicisti della sua generazione non scrivono più, per scelta personale o per cause di forza maggiore. 

Infine, Robertson aggiunge che quel periodo è stato molto intenso dato che, mentre lavorava alla registrazione di Once Were Brothers, si stava occupando anche di scrivere la colonna sonora dell'ultimo capolavoro di Martin Scorsese, The Irishman (2019). 

Auguriamo un buon compleanno a Robertson con il risultato finale di questo ennesimo lavoro per il cinema d'autore:

Alessia Marinoni

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Alessia Marinoni

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