È sempre difficile per una band trovarsi a dover rinunciare a una delle proprie colonne portanti. Fu il caso degli Uriah Heep quando, nel 1976 si trovarono a dover sostituire il loro frontman David Byron, dato che quest'ultimo aveva sviluppato nel tempo un grave problema con l'alcool.
Pare, inoltre, che in quel periodo Byron fosse particolarmente in disaccordo con gli altri ragazzi su alcune questioni fondamentali riguardanti la band. La combinazione di questi due fattori portò, quindi, all'allontanamento di Byron dalla formazione, che si trovò improvvisamente senza un frontman.
Così, alla ricerca di una nuova voce, gli Uriah Heep (su consiglio del bassista dei Deep Purple e produttore discografico Roger Glover) si imbatterono in John Lawton e decisero di farlo entrare nelle proprie schiere.
Dalla collaborazione fra gli Uriah Heep e Lawton nacquero tre album in studio, primo fra i quali fu FIREFLY pubblicato nel febbraio del 1977. Qui sotto la title track.
Come dicevamo, non è facile per un gruppo già ben avviato sostituire uno dei propri elementi fondamentali eppure, nonostante qualche reticenza iniziale, pare che la voce di Lawton piacque fin da subito ai fan degli Uriah Heep.
Vale la pena ricordare anche che FIREFLY fu un battesimo del fuoco non solo per Lawton ma anche per il bassista Trevor Bolder (sostituto di John Wetton), di cui vi abbiamo parlato in questo articolo che, dopo la sua nota collaborazione con David Bowie, fece il suo debutto con la band proprio con questo album.
Nonostante questi cambiamenti sostanziali nella formazione, l'album venne ricevuto in maniera piuttosto positiva da fan e critica. La critica, in particolare, vide l'opera come una sorta di ritorno alle origini per gli Uriah Heep, una specie di ricerca di quel sound che la band aveva fatto proprio negli anni 70 e che sembrava andato perso con l'ultimo album inciso con Byron come vocalist.
Forse fu proprio per questo parziale insuccesso commerciale che gli Uriah Heep di Lawton cercarono di cambiare rotta e navigare verso acque più limpide.
Indubbiamente, nonostante i tanti ostacoli, riuscirono a rimanere a galla e gran parte del merito fu anche dell'esecuzione precisa, potente e profonda del nuovo leader della band.
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