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Le sei copertine di IN THROUGH THE OUT DOOR dei Led Zeppelin

Per un grande capolavoro ci vuole una grande copertina...e quando una non basta è meglio abbondare. Ecco la storia delle sei copertine di IN THROUGH THE OUT DOOR dei Led Zeppelin. 

Sono passati molti anni da quel celebrato ottavo disco dei Led Zeppelin: parliamo di IN THROUGH THE OUT DOOR, lavoro pubblicato il 15 agosto del 1979, poco più di un anno prima dello scioglimento della band che avvenne subito dopo la tragica scomparsa del batterista John Bonham

C'è da tenere in considerazione il fatto che i membri della band in quel periodo trasformavano in oro tutto ciò che toccavano, come dei moderni Re Mida, e IN THROUGH THE OUT DOOR non fece certo eccezione: l'album divenne immediatamente un enorme successo commerciale e arrivò a toccare il primo posto a sole due settimane dalla sua entrata in classifica (negli USA). 

L'album venne curato nei minimi particolari e la copertina non fu di certo tralasciata: venne commissionata al graphic designer britannico Storm Thorgerson dello studio Hipgnosis (proprio quello dei Pink Floyd) e valse all'artista perfino una nomina ai Grammy Award del 1980 per la migliore copertina di un album

La versione originale di IN THROUGH THE OUT DOOR prevedeva che l'intero album fosse inserito in un'anonima busta di carta marrone con un tibro indicante titolo dell'album e nome del gruppo, proprio come avveniva per i bootleg.  

Questa apparente scarsa cura dei dettagli venne portata avanti anche per la copertina vera e propria, la quale rappresentava una bozza in bianco e nero disegnata da Thorgerson. Dalla descrizione non sembra granché come copertina, eppure il designer riuscì a trovare il modo di stupire tutti: in effetti, venendo in contatto con dell'acqua, la copertina si trasformava completamente rivelando i propri colori che sarebbero rimasti permanentemente impressi su di essa. 

Ma non finisce qui: ogni disco era corredato da ben due immagini (una sulla parte anteriore e una su quella posteriore) che si sarebbero svelate agli spettatori più perspicaci. Non tutti i dischi messi in commercio recavano impresse le stesse immagini dato che le varianti erano ben sei.

Si tratta di sei diverse fotografie scattate in uno studio londinese nel quale si cercò di ricreare l'interno di un pub di New Orleans, negli Stati Uniti.

Inoltre, ogni fotografia rappresenta il punto di vista di uno dei personaggi presenti all'interno della scena, il che rende le cose ancora più interessanti. 

Ad aggiungere un po' di pepe al tutto ci pensò la sopracitata anonima busta di carta, che servì per impedire ai fan di sapere quali immagini si sarebbero ritrovati davanti agli occhi una volta scartato l'album.  

Insomma, Thorgerson creò un vero capolavoro tanto sottile quanto sorprendente che merita di certo di racchiudere dentro di sé un altrettanto riuscito album.

Alessia Marinoni

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Alessia Marinoni

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