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Ivano Fossati: la carriera di un poeta

Nella storia della musica italiana del secolo scorso ci sono stati alcuni momenti chiave: quello della canzone leggera e quello del cantautorato. Poi c'è la poesia di Ivano Fossati.

La prima fase della musica italiana, tipica di buona parte del Novecento, era la fase della canzone semplice in cui si utilizzava il "sanremese": i testi spesso incorrevano in parole chiave, volte a evocare l'amore, la casa, con una forte autoreferenzialità. Soprattutto, la ripetitività di questo genere impedisce di pensare immediatamente a figure di spicco che lo rappresentino. 

Domenico Modugno spezzò questa serialità con Volare, in cui utilizzò un linguaggio più vicino al quotidiano. La musica italiana iniziava il suo cambiamento verso la canzone d'autore

Alla fine degli anni Cinquanta artisti come Endrigo, Ciampi e Tenco aprono le porte a questo genere, la cui caratteristica principale è proprio il testo. Molti cantautori ancora oggi vengono definiti poeti: questo accade soprattutto per il cantautorato italiano, in cui il proliferare di testi di alta qualità è impressionante.

In realtà, il neurologo Oliver Sacks condusse degli studi a riguardo, scoprendo che esistono vie neuronali diverse per le parole cantate e le parole dette. Ebbene, i nostri cantautori ebbero tanto dei poeti: Ivano Fossati ne è un esempio lampante.

Nato a Genova il 21 settembre 1951, Fossati cresce in una famiglia amante della musica e scopre i Beatles e la chitarra. Inizia da ragazzo a suonare con alcuni gruppi, tra cui la band Delirium, che in circa cinque anni riesce a delinare un taglio progressive rock importantissimo per le future PFM e Banco del  Mutuo Soccorso (per citarne due). 

Dopo Delirium, Fossati intraprende la carriera da solista, e pubblica album come IL GRANDE MARE CHE AVREMMO TRAVERSATO, che contiene tracce come Il pozzo e il pendolo La realtà e il resto.

Fossati incontra artisti del calibro di Mia Martini e Mina, Loredana Bertè, Anna Oxa, De Gregori, De André. Collabora con molti di loro e allo stesso tempo riesce ad approfondire la propria vena autoriale, pubblicando album come 700 GIORNI e LA PIANTA DEL TÈ.

De André, che partecipa a quest'ultimo disco, chiede la collaborazione di Ivano Fossati per la produzione di LE NUVOLE: la scrittura dei testi richiede tempo e rigore, e Fossati si dichiara più volte contento di condividere questo metodo di lavoro con Faber. Nonostante la lentezza, i due realizzano Mégu megún e 'Â çímma, in ligure.

Ivano sembra inarrestabile: partecipa a iniziative teatrali e cinematografiche, scrive musiche per spettacoli e colonne sonore come quella di Caos Calmo, di Nanni Moretti. La sua fonte di scrittura non si esaurisce mai, neanche quando, nel 2011, dichiara di voler abbandonare il palco, ma sottolinea:

Non è la musica che abbandono, anzi voglio studiare, suonare molto, rimanere appassionato.

E allora continua a scrivere per altri, scrive per se stesso, pubblica dei libri. Fossati non può essere trascurato, né può essere raccontato in un breve articolo: va ascoltato e capito, e con lui vanno ascoltati gli artisti che cambiarono grazie alla sua influenza di poeta e cantautore.

Claudia Marzetti

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