Il suo nome completo è Edward Ray Cochran ed è un ragazzo del Minnesota. Un giovane artista dell'America del Sud che, negli anni Cinquanta, si unisce alle schiere degli esordienti musicisti bianchi sotto i vent'anni. Tutti di bell'aspetto, con un sorriso vincente e una chitarra sotto braccio, alla conquista delle grandi città con le prime basi del rock 'n' roll. In quel frangente temporale cominciava la sua carriera anche Elvis Presley, destinato a coronare uno stile musicale e attitudinale.
Perché il rockabilly, fusione di country, boogie woogie e jazz non era solo un genere musicale, ma un atteggiamento. Un modo di stare sul palco, muoversi a ritmo delle note della chitarra e coinvolgere il pubblico in balli sfrenati con una voce suadente.
Lo faceva Eddie Cochran, così come il suo amico Buddy Holly. E a unirli, purtroppo, non solo la passione per la musica e l'ambizione, ma anche un tragico destino. Prima ancora che gli anni Settanta inaugurassero la "cerchia dei 27", i giovani promotori del rockabilly lasciavano le scene troppo presto.
Così, mentre Buddy Holly frenava la sua breve carriera con uno schianto in aereo, Eddie fu coinvolto in un incidente automobilistico. Un esito tristemente circoscritto per un musicista quasi ancora too young to vote. In questo modo cantava nel suo più celebre brano: Summertime Blues del 1958. Un titolo evocativo, romantico, narrativo, per dipingere una vera e propria attitudine musicale. E, nonostante Eddie non ebbe il tempo di conquistare la stessa fama di Elvis, di cui era grande ammiratore, tuttavia tracciò quel sound pop che poi sarebbe stato adottato dai Beatles e dagli Who.
Eddie ebbe quindi modo di vivere un'epoca in cui i generi musicali non erano ancora canonizzati. Tutto apparteneva a tutti e stava all'iniziativa e alla versatilità dell'artista direzionare uno stile verso la sua capacità espressiva.
Così nel 1955 Eddie lasciò la scuola e decise che avrebbe voluto fare una cosa, e farla bene. Da cantante country, a chitarrista turnista, fino a membro di un duo con Hank Cochran, il giovane rocker sperimentò quello che gli era possibile. Lo fece con quella spensieratezza libertina che dona una potente aura alla musica.
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