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Janis Joplin: in ricordo della Perla del blues rock

Il 4 ottobre 1970 si spegneva una delle più iconiche voci del XX secolo, donna libera e coraggiosa, oltre che indiscussa regina del palcoscenico. 

Sono passati 51 anni da quella sera in un hotel hollywoodiano, quando una giovane donna fu trovata morta per overdose di eroina. Quella notte altre dieci persone morirono per lo stesso motivo. Allora, si spegneva la voce di Janis Joplin.

In meno di dieci anni la ribelle ragazza texana aveva conquistato la scena musicale, abbracciando il blues, il soul e il rock psichedelico con uno stile ineguagliabile. Nessuno aveva mai sentito una voce così potente, vibrante,  e graffiante in una donna bianca. Janis era cresciuta con grandi idoli musicali femminili, da Bessie Smith a Big Mama Thornton, che le avevano insegnato la forza di raccontarsi attraverso la musica. 

Così Janis inseguì la sua strada, indipendentemente dal consenso dei genitori, e trovò la libertà in un periodo storico dove tutto era concesso. Sul palco le fragilità e le insicurezze del passato bruciavano nel fuoco delle sue performances. Era come se ai suoi concerti Janis facesse ogni volta l'amore con migliaia di persone, dato l'affetto e il coinvolgimento che la spingevano verso il suo pubblico. Il suo stile era inconfondibile, con i capelli scarmigliati, i braccialetti, le collane colorate e quegli occhialini tondi alla John Lennon. E non è un caso che la cantante abbia inciso, tra i suoi ultimissimi brani, proprio una canzone di compleanno per Lennon. Una delle tante icone del rock che Janis conobbe nella sua breve vita. 

Ed era palpabile come la regina dei Sixties si divertisse con la sua musica. Tanto che il suo spirito gioviale e quel suo costante sorriso ispiravano gli artisti del periodo. Come i suoi amici Jefferson Airplane, che si stavano velocemente affermando in quello scenario musicale. E alcuni rocker del periodo non furono solo amici, ma anche amanti, come Jimi Hendrix e Leonard Cohen.

Quest'ultimo la citò in un suo brano, Chelsea Hotel No.2dopo la sua morte, ricordandola come "la donna misteriosa". Non mancarono però anche gli screzi inevitabili in un mondo dominato dagli uomini. Così il batterista Jerry Lee Lewis la prese a pugni dicendole "se hai intenzione di comportarti come un uomo, allora ti tratterò come un uomo".  Un episodio da brividi e scioccante, che però non fu l'unico. 

In un altro contesto, Jim Morrison mosse verso Janis delle esplicite e insistenti avances, che però furono da lei rifiutate con un'altrettanto esplicita bottiglia di liquore in testa.

Ma il cantautore riconobbe il valore di una donna forte, apprezzandone le qualità. Perché Janis non si faceva mettere in piedi in testa da nessuno, si comportava come voleva, da paladina delle anime libere inebriate dal rock 'n' roll. E nonostante non ebbe il tempo di incidere più di quattro album, i suoi brani sono impressi con forza nella contemporaneità. Tra questi non possiamo dimenticare Piece Of My Heart, Cry Baby e Me and Bobby Mcgee, di cui vi abbiamo parlato qua.

Tutti i suoi pezzi davano voce alle più poliedriche sfumature del rock e rispecchiavano lo stile anticonformista di Janis. Fino all'ultimo, con quel magico album, PEARL, che omaggia Janis con il soprannome con cui la ricordavano i suoi migliori amici. Una perla in mezzo all'Oceano, così come le sue ceneri sparse per il Pacifico.

Libera nella sua musica e nella sua vita immortale oltre la morte. Così oggi ricordiamo Janis per quello che ha dato alla musica, ai suoi amici, ai suoi fan e alla storia del rock

Francesca Brioschi

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Francesca Brioschi

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