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AWAKE: cosa si nasconde dietro la copertina dei Dream Theater?

Il 4 ottobre 1994 usciva il terzo album in studio dei Dream Theater, un labirinto musicale tanto atteso e spiazzante da confermare la band come leader sulla scena progressive metal. 

Solo due anni prima, nel 1992, i Dream Theater conducevano già a testa alta lo scenario progressive metal degli anni Novanta. Un rilancio sperimentale dopo il successo di genere negli anni Settanta, destinato a trainare una grande schiera di seguaci con l'album IMAGINE AND WORDS.

L'attesa era allora palpabile per il disco successivo, così come il desiderio di scoprire quale immaginario poliedrico e sfaccettato avrebbero indagato i musicisti. Nel 1994 arriva dunque AWAKE, che spiazza il suo pubblico con note più compatte e meno rullanti dell'album precedente e la guida dominante della voce di James LaBrie

L'opera si prospetta come il canto del cigno del tastierista Kevin Moore, che con l'ultimo brano in scaletta Space Dye Vest saluta la band e il pubblico. Il pezzo si apre con la melodia dei suoi tasti, a cui gradualmente si ancorano la voce di LaBrie, la chitarra di Petrucci e la batteria di Portnoy. Come se tutti i membri si unissero in un ultimo evocativo omaggio alla loro formazione. 

La bellezza di questo brano si crogiola così in uno scenario da opera teatrale in musica. Quel calore e quella morbidezza appartengono anche a The Silent Man e segnano una svolta musicale per il gruppo, sempre pronto a mettersi in gioco e a  provare poliedriche sfumature. 

L'album si propone molto diverso dagli altri dei Dream Teather, alternando melodie da ballad a riff tuonanti. Il tutto è poi permeato da un'atmosfera cupa e notturna, con uno scenario di sfondo antico, evocativo e simbolico. E tale clima si intuisce già dalla copertina, una delle più sfaccettate e particolareggiate del gruppo. 

Sembra un'opera d'arte metafisica, i cui dettagli invocano già il contenuto delle canzoni. Così il progetto trova completezza nell'unione armonica tra arte e musica e nella progressione creativa tra innovazione e tradizione

Ma analizziamo più nel dettaglio la cover. Lo scenario spaziale richiama da subito il brano di chiusura Space Dye Vesta cui si associa il brano di apertura 6.00, rappresentato da un orologio in alto a sinistra nella forma della Luna, che indica l'orario indicato.

In primo piano, invece, un uomo di pietra, The Silent Man, guarda uno specchio, The Mirror, che racchiude la sua immagine umana riflessa. Questa è però un inganno estetico, che potrebbe essere riconducibile a LieSulla superficie spaziale poi, proprio sotto lo specchio, zampetta un ragno, la cui ragnatela può riferirsi a Caught In a Web.

 Insomma, ogni immagine gioca il suo ruolo all'interno della composizione, rimandando a un universo magico e pluricomposto come AWAKE.

Francesca Brioschi

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Francesca Brioschi

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