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HAIR: i retroscena del musical che rivoluzionò il teatro

Verso la fine degli anni Sessanta un musical, che sarebbe stato adattato dopo anni in un film, scosse l’opinione americana. Conoscete la storia e i retroscena di HAIR?

Tra droghe illegali, sesso e scene controverse, HAIR raccontava la storia di una ribellione: quella degli hippies contro la traumatica guerra del Vietnam e il conservatorismo. 

Cominciamo dal titolo. HAIR è un nome altamente simbolico, come aveva sottolineato al tempo anche il direttore del V&A Department of Theatre and Performance, Geoffrey Marsh: Avresti dovuto tagliarti i capelli, una volta entrato nell’esercito…. Il rifiuto totale della guerra si esprimeva proprio con i capelli lunghi di tutti i protagonisti.

Il debutto del musical avvenne esattamente il 17 ottobre del 1967 al Public Theatre, e dopo 45 repliche debuttò a Broadway. Da qui, seguirono messe in scena a Los Angeles, Londra, Monaco, Sidney, Roma (al Teatro Sistina: al cast parteciparono Renato Zero e Loredana Berté).

Decisamente curioso è quello che successe in Gran Bretagna.

Durante la prima londinese, infatti, il cast di HAIR interagì con il pubblico, ballando nella platea, sedendosi sulle ginocchia degli spettatori, che per la maggior parte reagì spaventandosi. Una scena che fece gridare allo scandalo fu quella del cast nudo dietro a un lenzuolo, a cantare parole di libertà e felicità. Scena brevissima, che il pubblico non digerì molto bene, lasciando in gran parte lo Shaftesbury Theatre.

Il riferimento alla nudità era ancora un gran bel tabù, che HAIR avrebbe contribuito a scardinare. Lo spettacolo, così come era stato presentato a New York, fu ammorbidito per il pubblico inglese. Altra curiosità: nel cast londinese sarebbe potuto entrare anche David Bowie, che fece un provino (per ben quattro volte) per una parte, ma non fu mai richiamato. Poco male: dopo aver visto uno spettacolo, in seguito, il Duca Bianco si disse poco impressionato dall’esibizione.

Molti sono i temi esplorati dal musical, tra i capelli simbolo di sfida, l’omosessualità, la ribellione contro adulti e genitori. Il tema principale è però uno: la ricerca della pace e dell’amore.

Negli anni Sessanta, fu oggetto di critiche, ma ben presto riuscì ad attirare il pubblico giusto e a far alzare dalle poltrone pure la critica di mezza età, maschile e bianca. L’impatto fu enorme, e una volta revocata la censura non si poté più tornare indietro: HAIR aveva aperto la strada alla consapevolezza sessuale, alla vitalità, a una nuova, rivoluzionaria, generazione.

Claudia Marzetti

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Claudia Marzetti

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