Immaginate un giovane Eddie Van Halen in fondo a un bus, durante un tour negli USA. Siamo alla fine degli anni Settanta e proprio allora l’artista scrive il primo abbozzo di Jump. Questa canzone divenne la dimostrazione di quel suo essere, in fondo, molto più che un chitarrista. Da piccolo, Eddie aveva studiato il pianoforte, e solo più tardi grazie al fratello Alex si era dedicato alla chitarra. Lo strumento principale di Jump non è la chitarra, infatti, ma un sintetizzatore – in questo caso OB-Xa.
Questa idea fu il seme delle discussioni all’interno del gruppo: l’uso di uno strumento simile non era la prassi in quegli anni, e il cantante David Lee Roth era restio nell'usarlo. Ad appoggiarlo, c’era anche il produttore Ted Templeman, che non voleva rischiare di perdere i fan di lunga data per un’innovazione simile.
La situazione si sbloccò solo quando Eddie riuscì a costruire il suo personale studio di registrazione 5150, nei pressi di Los Angeles. Allora, Eddie premette l'acceleratore e incise Jump, con l’aiuto di Don Landee e dello stesso Templeman. Quando il resto della band ascoltò il risultato, decise di inserire la canzone nell’album 1984, che sarebbe uscito il 9 gennaio successivo.
Il testo venne scritto da David Lee Roth, che prese spunto da una storia sentita in radio su un uomo che minacciava di gettarsi dal tetto di un palazzo. Ma nella versione finale della canzone, le parole “Go ahead and jump” si trasformarono in un gesto d’amore, non a un'istigazione al suicidio.
1984 fu anche l’ultimo album con la collaborazione di David Lee Roth, che secondo gli altri si era mostrato sempre troppo egocentrico – voleva che il video di Jump lo riprendesse in motocicletta o con pochi vestiti addosso. Queste scene furono tagliate dal video finale, che fu premiato come Best Stage Performance Video agli MTV VMA.
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