Categories: ArticoliVinile

Qual è la storia del primo batterista dei Beatles?

Prima che si consolidasse la storica formazione dei Fab Four, alla batteria degli allora Silver Beatles c'era Pete Best. Ecco la sua storia.

Quando pensiamo alla batteria che accompagna le performance dei Beatles, vediamo inevitabilmente dietro piatti e bacchette Ringo Starr. Tuttavia, forse non tutti sanno che, nell'agosto 1959, Paul McCartney era rimasto affascinato da un altro tocco frenetico, quello di Pete Best. All'epoca era solo un ragazzo che, all'età di quattro anni, era arrivato sul suolo britannico in nave, direttamente dall'India. La sua famiglia aveva presto fatto fortuna con le corse ai cavalli, tanto da permettersi una grande villa nel cui scantinato Pete aveva iniziato a destreggiarsi con la batteria, a poco più di 16 anni. 

Quello stesso posto sarebbe diventato poco dopo il Casbah Coffee Club, un locale destinato ai concerti che, il giorno della sua inaugurazione, accolse i Quarrymen. Tra le fila del gruppo, all'epoca, c'erano già John Lennon, Paul McCartney e George Harrison. Era il 29 agosto 1959 e l'opportunità per Best sarebbe arrivata l'anno successivo. Quei quattro anni di collaborazione, dal 1960 al 1964, avrebbero segnato per sempre la vita del musicista, che si trovò letteralmente a un passo dal lancio storico della band.

Tuttavia il destino voleva che andasse diversamente. 

Oggi il batterista è un impiegato statale presso un ufficio di collocamento, felicemente sposato e con figli. L'ultima volta che ha suonato con i Beatles per un'occasione straordinaria è stato nel 1988 e ora si diverte con la sua band, i Pete Best Band.

Ma torniamo un attimo indietro, più precisamente all'agosto 1960, quando Best incontrò di nuovo i Beatles che, dopo aver preso nel team il bassista Stuart Sutcliff, stavano cercando un batterista per il loro primo tour ad Amburgo. A quel tempo si chiamavano Silver Beatles e nei mesi successivi definirono il loro rapporto con Best. 

Il giovane non si trovava molto a suo agio con le droghe, le feste sballate e lo stile della band, dove tutti avevano lo stesso taglio di capelli e si vestivano uguali. Così il tour tedesco fu una bella esperienza, ma incominciò a graffiare il rapporto tra i membri. Per Best, però, il momento più bello doveva ancora arrivare: il loro primo provino agli Abbey Studios di Londra. Li accolse il produttore George Martin, sulle note di Love Me Do, ma non gli piacque per niente Best. Diceva che non andava a tempo e preferiva provare un altro musicista. Ecco allora arrivare, presentato da Brian Epstein, Ringo Starr

Per Best fu un brutto colpo quando il manager della band, Brian Epstein appunto, gli disse che la sua avventura era finita. Fu però lui stesso a proporgli un'altra band, i Lee Curtis & The All Stars, che ebbero breve vita.

Seguì un periodo di profonda depressione. Best mosse anche causa ai Beatles perché Ringo aveva rilasciato una dichiarazione falsa sul suo abbandono della band per problemi di droga

Con il tempo, tuttavia, il batterista accettò di essere stato a un passo dal Paradiso e non averlo sfiorato perché, probabilmente, a quel tempo non era ancora pronto. Ora la sua famiglia e quella vecchia passione musicale mai sopita sono i suoi compagni quotidiani e non c'è rimpianto o delusione. 

Francesca Brioschi

Share
Published by
Francesca Brioschi

Recent Posts

STEVE HOGARTH, frontman dei Marillion, ci rivela i suoi artisti preferiti

Tutta la musica che Steve Hogarth, frontman dei Marillion, ha amato nella vita. Questo e…

6 ore ago

Due chiacchiere con gli AMISTAT

Il duo internazionale con radici italiane AMISTAT ci racconta dei suoi equilibri, del suo percorso…

15 ore ago

Gli AMISTAT arrivano a Milano!

È SOLD OUT il concerto di questa Domenica 12 maggio a Milano degli AMISTAT: la…

1 giorno ago

L’intervista a Fabrizio De André mai pubblicata | VINILE

Roberto Manfredi ha tirato fuori dal suo archivio una lunga intervista a Fabrizio De André…

2 giorni ago

King Crimson: com’è nata la cover di IN THE COURT OF THE CRIMSON KING

Ci sono alcune art cover che non solo hanno scritto la storia, ma ne hanno…

3 giorni ago

Ian Anderson: “Ecco perché il Punk non ha ucciso il Prog”

Ian Anderson ha una teoria particolare per la quale il rock progressivo e i Jethro…

3 giorni ago

This website uses cookies.