Krieger, Manzarek, Densmore: la vita dei Doors dopo Jim Morrison

Doors

Nel 1971, la morte del Re Lucertola tracciò uno spartiacque nella vita dei Doors. I tre musicisti rimasti, simbolo di quel sound oscuro di Venice Beach, collezionarono altri tre album insieme, ma dopo i primi due, il gruppo si sciolse in definitiva il 1972. Cosa successe dopo?

Robby Krieger

Il chitarrista non si scorda mai, come fedele compagno del frontman sul palcoscenico e istrionico musicista. E questa è la descrizione perfetta per Robby Krieger che, sulle sonorità blues dei Doors, sapeva inserire inedite improvvisazioni e sperimentalismi, con una particolare affiliazione al jazz. Per questo motivo, dopo FULL CIRCLE (1972), volle inaugurare la sua carriera solista con sonorità fusion, in richiamo anche alla tradizione indiana e a quella spagnola del flamenco. Suo fido compagno degli esordi fu John Densmore, con cui Krieger fondò The Butts Band, mentre Ray Manzarek assisteva la moglie in attesa del primo figlio. Presto però, Krieger capì che era meglio muoversi sulle sue gambe.

Così, poco dopo la reunion dei Doors nel 1978 per AN AMERICAN PRAYER, disco d'oro e platino con la voce registrata di Jim, collezionò una serie di collaborazioni di spicco. Tra queste i Blue Öyster Cult, band inusuale per lo scenario sessantottino, così com'erano stati i Doors. L'opera più interessante di Krieger è però CINEMATIX(2000) con brani fusion di ispirazione cinematografica. Il seguito tematico doveva essere SINGULARITY (2010) la cui attesa non ha però appagato l'estetica musicale. Robby è però sempre al passo con le interviste e non manca mai di raccontare la sua esperienza con i Doors, anche in occasione del suo ultimo album, THE RITUAL BEGINS AT SUNDOWN (2020). E la vecchiaia non può che compensare, con immensa saggezza, il carisma dei vent'anni. 

Ray Manzarek 

Simile, ma più breve, il percorso artistico e professionale di Ray Manzarek. Lo chiamavano l'ingegnere del suono o l'architetto del sound dei Doors e l'ipnotico tastierista ha dato vita a una brillante carriera, prima di spegnersi, nel 2013, per un cancro al dotto biliare. Così, nel 1972, mentre i colleghi si cimentavano in una nuova formazione, Manzarek esordì con il suo primo album da solista, THE GOLDEN SCARAB e collaborò con Iggy Pop, da alcuni ipotizzabile come un alternativo Jim Morrison, su un progetto di redazione musicale di alcuni carmina medievali. Il suo gusto musicale poliedrico lo portò a cimentarsi come produttore e musicista di diversi generi, dal punk rock alla moderna musica elettronica. 

Non l'abbiamo citato per Krieger, ma parliamo ora dell'importante progetto revival dei Doors insieme a Manzarek. I due musicisti cercarono infatti di ricreare il gruppo nel 2001 con il nome di The Doors Of 21st Century, poi tramutatosi in Riders On The Storm in seguito a una controversia legale con protagonista Densmore. Quest'ultimo criticava l'utilizzo del celebre marchio per una formazione che mancava del suo indiscusso leader, Morrison. Così, dopo una serie di concerti, trasposti anche in un DVD, il nuovo gruppo, guidato dalla voce di Ian Astbury - frontman dei Cult - si sciolse. 

John Densmore

Con i suoi lunghi capelli bianchi e i baffoni, il chiromantico batterista dei Doors è oggi in gran forma. Al contrario dei colleghi, la sua parentesi musicale ha tracciato un periodo storico preciso, legato al rapporto controverso con Morrison. In seguito lo spirito musicale si è lievemente assopito, per liberare nuove ispirazioni artistiche. Così Densmore ha riscoperto l'amore per la scrittura, la recitazione e il teatro. Questa espressività creativa gli ha permesso, all'inizio degli anni Ottanta, di mettere in scena a New York, Skinsun monologo da lui scritto tempo addietro. 

Per John non aveva più senso fondare una nuova band e, oltre al teatro, puntò sul cinema. Nel 1983 apparve dunque nel cult a sfondo comedy/musicale Flippaut (Get Crazy) accanto all'indomito Malcolm McDowell di Arancia MeccanicaAl progetto parteciparono inoltre Bob Dylan, Lou Reed e Mick Jagger, sancendo il destino di Densmore in un'ottica televisivo-cinematografica. La sua carriera si destreggiò quindi anche tra diverse serie tv, prima di scrivere, nel 1990, l'autobiografia Riders On The Storm: My Life With Jim Morrison and The Doors

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