10 nuovi dischi recensiti per voi da «Vinile» n.29

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Non sapete cosa ascoltare? L'ultimo numero di «Vinile» vi propone tanti nuovi dischi, tra cui questi 10.

Madame, MADAME

Al netto degli stilemi del genere, dei cliché generazionali, del catastrofismo adolescenziale, delle molte maschere diverse e sempre uguali, c’è in Madame e in questo suo primo disco, qualcosa che scuote nel profondo, qualcosa che ci mette in comunicazione col suo mondo, anche quando sentiamo di non poterlo capire. E ne restiamo inebetiti, forse infastiditi, ma non inerti. No, non è il parlare esplicito di un sesso in bilico fra routine e provocazione “la vita mi fa click sul clito / sa che godo quando preme il dito”, come pure l’ambiguità sessuale data per scontata. Cadono nel frullato dei concetti rivomitati in una notte alcolica, pezzetti di cultura frammisti alle quotidiane sostanze “Mami dimmi che non morirai /... / Papi cantami un po’ Faber /.../ dimmi che se fumo poi non scoppio”.

Nei momenti migliori la narrazione ha la meglio sull’egomania. Al di sopra di ogni altra cosa, Madame possiede un pathos vocale che ci schiaccia: così giovane, è già in grado di farci sentire nostro il suo dolore. E poco importa che sia tutto vero, poco importa che questo disco sia costruito con millimetrica precisione professionale, in bilico fra rap e pop, con continue aperture melodico-radiofoniche, e che brulichi di duetti con i nomi più mainstream del giro (Pinguini Tattici, Fabri Fibra, Guè Pequeno, Ernia ecc.). Ma quando nella canzone portata a Sanremo, esplode fra tonnellate di auto tune la ferita dell’amore, quando s’incrina la voce, non possiamo non restare commossi da quanto potente e vero sia il dolore, ad ogni età. Alessio Lega

madame

Yo Yo Mundi, LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA

Avevamo lasciato gli Yo Yo Mundi in attesa di un riconoscimento importante, la Targa Tenco come miglior album a EVIDENTI TRACCE DI FELICITÀ, finalista nel 2016. Le cose andarono diversamente ma nulla tolse all’alto valore di quel lavoro, ora replicato dal recente LA RIVOLUZIONE DEL BATTITO DI CIGLIA, evocativo sin dal titolo. Paolo Enrico Archetti Maestri e soci sono abilissimi nel confezionare trame musicali che, attingendo da un panorama folk, sfociano spesso e volentieri nella canzone d’autore. Ne sono esempi mirabili l’opening track Ovunque si nasconda, nel cui testo ispiratissimo vengono citati De André, Fenoglio e Pazienza, e la dolce ballata Bacio sospeso. Si alternano brani lenti d’atmosfera (tra cui spicca Ninna nanna del filo dove Archetti Maestri duetta con Daniela Tusa) con altri più vivaci e briosi come Umbratile che chiude in bellezza l’opera col suo ritmo trascinante. Gli Yo Yo Mundi rimangono fedeli a se stessi, non dimenticando tuttavia i tempi odierni, cosicché un brano come Spaesamento sembra rivolgersi a tutti noi. La buona musica sa giungerci in soccorso nelle difficoltà e un album simile può dare davvero molto conforto. Gianni Gardon
yo yo mundi

Edoardo De Angelis, IO VOLEVO SOGNARE PIÙ FORTE

Il Cantautore Necessario Con invidiabile prolificità Edoardo De Angelis festeggia i cinquant’anni di carriera con un nuovo album (il ventunesimo, contando anche il cd allegato a un suo libro del 2010), intenso ed elegante, dove la naturale e necessaria presenza delle chitarre si sposa con violini, trombe, violoncelli, liuti, bouzouki, tammorre, arciliuti, clavicembali e tiorbe, in una ricchezza musicale di grande effetto. Le canzoni si muovono su diverse trame narrative, e su tutte segnalo le due che parlano di Europa, un tema quanto mai attuale e che richiede ogni giorno di più la nostra attenzione: Prima d’essere l’Europa e Le strade d’Europa, rispettivamente sulla fatica della costruzione del sogno europeo e sulla consapevolezza di viverlo ormai quotidianamente.

Non è facile scrivere canzoni su Napoli senza cadere nell’agiografia o nel folklore più deteriore, per questo Ma quant’è bella Napoli sorprende per la felice chiave narrativa con cui viene descritta, citando appena (ma chiaramente) modulazioni melodiche e armoniche tipiche della musica partenopea. A L’apertura della caccia spetta il compito di mettere in berlina le pulsioni razziste e armaiole di cui siamo purtroppo testimoni ogni giorno, mentre Cuore selvatico è una delicata considerazione sul tempo che passa quasi senza dircelo. C’è poi la ripropo-sta di Lella, in una riuscitissima armonizzazione non convezionale e in un’ambientazione sonora ‘dark’, che definisce una volta per tutte il fatto che scri-vere una canzone che parla di un femminicidio non significa assolutamente giustificarlo, liberando Lella da fastidiose e pretestuose polemiche.

Luciano Ceri

De Angelis Io volevo sognare più forte

Massimo Ranieri, QUI E ADESSO

Massimo Ranieri appartiene alla speciale categoria di artisti che, qualsiasi cosa faccia, supera sempre se stesso. Non c’è aggettivo che possa contenere il suo talento espresso in vari ambiti dello spettacolo, dalla musica al cinema, dal teatro alla televisione, in più di cinquant’anni di carriera. È un autentico fuoriclasse, di quelli che non sbagliano un tiro, davanti a cui c’è solo da inchinarsi. Nel nuovo disco QUI E ADESSO sfoggia le sue enormi capacità vocali e interpretative, stavolta valorizzate da un pezzo da novanta come Gino Vannelli, produttore e arrangiatore dell’intero progetto. Ranieri ha scelto di ricantare perle nascoste del suo vasto canzoniere, ad esempio L’amore è un attimo(1971), Ti ruberei (1972) e Per una donna (1974), aggiungendo cinque inediti tra cui spiccano Mia ragione di Fabio Ilaqua e Siamo uguali in duetto con Vannelli. L’impronta soul pervade tutto l’album (splendida la rilettura di Quando l’amore diventa poesia) per oltre settanta minuti di bella musica. Andrea Direnzo
Massimo Ranieri, qui e adesso

Alteria, VITA IMPERFETTA

Terzo lavoro discografico per Stefania Bianchi, in arte Alteria, rockwoman e speaker radiofonica. VITA IMPERFETTA riporta in una dimensione tetraedrica che ha le facce di una vita reale e realistica, dai connotati della quotidianità in cui si racconta la perseveranza del dolore. Il quale scende in guerra a fianco della paura ma che può essere sconfitto da un Benvenuto Bene, traccia d’avvio all’ascolto di un album che sembra dire che si può lasciar sedimentare la sofferenza, costruirci l’edificio delle consapevolezze, salirci su e am-plificare la propria prospettiva. Si tratta dunque di dieci brani che hanno sonorità dense e vigorosamente rock, ma non mancano azzeccatissime ballads dai suoni più tenui dalle sfumature quasi evanescenti. Inoltre nel brano Nessuna pietà è presente uno special guest, il rap/rocker Francesco Setta. Complessivamente, si può dire che sia un progetto dall’anima a doppio taglio, riflessiva ed energica, fragile e volitiva.

Michela Moramarco

alteria vita imperfetta

Andrea Tich, STORIA DI TICH

Torna l’anima gentile e psichedelica di Andrea Tich, cantautore da sempre dedito a una ricerca sonora particolare e capace di proporre viaggi onirici e ipnotici nei suoi dischi. STORIA DI TICH non si differenzia e grazie a una struttura musicale che unisce bene atmosfere vintage e delicata elettronica, si dimostra ascolto gradevole e interessante. Parla di sé e della sua vita Tich che si fa accompagnare dalla Magister Espresso Orchestra e soprattutto dal fedele Claudio Panarello, batterista con lui sin dagli esordi della metà degli anni Settanta e dal compositore Alessandro Sbrogiò. A tre anni di distanza dal riuscito PARLERÒ DENTRO TE, Andrea Tich dimostra di avere un posto preciso nella nostra canzone.

Michele Neri

Andrea Tich Storia di Tich

Stefano Saletti & Banda Ikona, MEDITERRANEO OSTINATO

Si può proporre un album molto ambizioso e contemporaneamente operare una deliziosa svolta pop? Ci riesce Stefano Saletti con la Banda Ikona, uno dei tanti progetti del polistrumentista. Barbara Eramo, Mario Rivero, Gabriele Cohen e Giovanni Lo Cascio sono, assieme a Saletti, il nucleo base attorno al quale intervengono gli ospiti, numerosi e di prestigio: Riccardo Tesi, Lucilla Galeazzi, Giovanna Famulari, Alessandro D’Alessandro e altri. Il risultato è decisamente positivo con trame anche rassicuranti, mai ostiche, ma che mantengono una raffinatezza di fondo costante.

Ma è il progetto di base quello che spinge al maggior entusiasmo iniziale: un viaggio nella poesia del Mediterraneo che funge da ispirazione per composizioni in lingua Sabir, musicate da Saletti con gusto e talento. La grande varietà di stili dei vari musicisti impegnati, fa sì che ogni ascolto riveli particolari affascinanti. Molto intrigante e sorprendente la riproposizione di Se fossi foco con una strepitosa Lucilla Galeazzi. Ma è solo un episodio in mezzo a tanti altri di uguale valore, davvero un gran bell’album.

Michele Neri

Mediterraneo ostinato stefano Saletti

Flavio Ferri, TESTIMONE DI PASSAGGIO

Il nuovo album di Flavio Ferri, fondatore e sound designer dei Delta V, racchiude dieci canzoni a cui hanno preso parte numerosi ospiti della scena alternative italiana. I testi, invece, sono stati scritti da Luca Ragagnin. Beckett apre il disco con le sue sonorità ambient che si disperdono in una valle indomita. Un corridoio sonoro che viene interrotto improvvisamente dalla voce ombrosa di Ferri; profonda e corposa che si disperde all’interno di un corpo sonoro sempre più ruvido, sempre più evocativo. Segue Bambina da canzone, impregnato di architetture sonore che richiamano ai grandi classici della canzone italiana degli anni 50 e 60, con un retrogusto vintage che catapulta improvvisamente l’ascoltatore ad una stagione musicale che fuoriusciva dal grammofono e che oggi risulta un lontano ricordo. Una vera e propria chicca all’interno del disco! Odio abbatte ogni atmosfera morbida e retrò per abbracciare un muro distorto dentro il quale si incastrano perfettamente i synth. La suggestiva XFiles chiude il disco.

Angelo Barraco

Flavio Ferri, Testimone di passaggio

Cristian Grassilli, PRESENTE

L'autoprodotto PRESENTE è il nuovo album di Cristian Grassilli, cantautore bolognese, uscito all’inizio di questo anno che ancora non vede una luce alla fine del tunnel, ancor più per chi appartiene al mondo dello spettacolo. L’album di Grassilli però porta un bagliore di speranza dal primo ascolto, facendoci fare un viaggio di autocoscienza in cui riconoscersi. Non è mai troppo tardi per ritrovarsi, cresciuti e cambiati, forse migliori e poter scegliere di darsi una nuova possibilità.

Toccando temi importanti, questo lavoro discografico ci porta per mano, di traccia in traccia, a fare pace con il passato, con le scelte sbagliate, con i “giorni dispari” (e forse anche con gli anni bisestili) e colora l’ascolto di emozione, sorrisi ed empatia. Cristian sembra un caro amico che, in confidenza, ci ascolta e ci consola. Senza dimenticare che uno sguardo positivo e curioso va cercato e custodito “leggerezza resta qui, camminami dentro”. Presente, album interamente suonato con strumenti acustici, senza l’uso di sequenze o suoni sintetici, scritto e composto interamente da Grassilli e arrangiato da Lorenzo Mantovani, è una medicina per le giornate no e da ascoltare per consacrare i momenti unici.

Chiara Raggi

cristian Grassilli Presente

Lautari, FORA TEMPU

È rischioso affondare le mani nella tradizione e lo è altrettanto provare a rinnovare quelle stesse radici. Ci vuole esperienza per maneggiare questa materia così delicata, così impressa nel DNA di molti, ma di esperienza i cinque musicisti che formano il complesso Lautari ne hanno da vendere e in questo ottavo capitolo di una discografia ricca e dilatata nel tempo, offrono una musica che dei confini se ne frega ma della propria storia no. FORA TEMPU è un album suonato per davvero, bene, senza virtuosismi apparenti ma con classe ed eleganza manifeste. Gionni Allegra e Puccio Castrogiovanni sono i compositori di maggior parte del materiale ma è evidentissima la mano di Cesare Basile in Peddi nova, tappa di un’esplorazione ricca di sorprese ma priva di imprevisti.

Michele Neri

Lautari, FORA TEMPU

Questo articolo è tratto da «Vinile» n.29, disponibile in tutte le edicole e sul nostro store online.

Vinile 29 Sprea Editori
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