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Ozzy Osbourne: i suoi chitarristi degli anni Ottanta

L'esordio della carriera solista di Osbourne si accompagna a una collezione di chitarristi, inaugurata dal talento ineguagliabile di Randy Rhoads. Chi sono i protagonisti degli anni Ottanta?

Randy Rhoads 

L’inizio della carriera solista di Ozzy Osbourne, agli albori degli anni Ottanta, saluta il vecchio collega Tony Iommy e dà il benvenuto al migliore chitarrista che abbia mai collaborato con il Principe delle Tenebre. Lui è Randy Rhoads, vulcanico maestro della sua Flying V a pois, creata appositamente da Karl Sandoval nel ’79, che accompagna Ozzy nei primi due album: BLIZZARD OF OZZ (1980) e DIARY OF A MADMAN (1981). E chi può dimenticare perle come Crazy Train e Mr. Crowley, amatissime dai fan così come Osbourne ha amato il virtuoso Rhoads più di tutti i suoi altri chitarristi. Un dolore immenso, dunque, dovergli dire addio a soli 25 anni, a seguito di un tragico incidente.

Bernie Tormé

Al chitarrista di Ian Gillan dei Deep Purple tocca il difficile compito di subentrare dopo la drammatica morte di Rhoads. Il suo intervento è repentino e spinto dalla necessità di uno stipendio più alto del precedente. Sebbene sia rimasto con Osbourne per meno di un mese – sembra addirittura 10 giorni – la sua firma entra di diritto nella nostra lista. Il musicista irlandese, scomparso nel 2019, ha portato sulle sue spalle il peso più grande di tutti, costruendo però, dopo la breve esperienza con gli Osbournes, una ricca e sfaccettata carriera.

Brad Gillis 

Il 1982 è l’anno di Brad Gillis, biondo musicista che evoca il fantasma di Rhoads ma che non rimase altrettanto fedele a Ozzy. La prematura scomparsa del chitarrista eletto aveva infatti creato un vuoto nella band del Madman che Gillis ricoprì solo per il tour di DIARY OF A MADMAN e per il primo album live di Osbourne, SPEAK ON THE DEVIL. A fianco delle sue due chitarre più fedelil, una Fender Stratocaster del 1962 e una Gibson Les Paul del 1971, il talento di Gillis volò verso altre sponde. Sono diverse le sue collaborazioni musicali, dove però spicca quella con i Night Ranger, band da lui fondata e unico suo vero amore.

Jake E. Lee

Finalmente Ozzy trova la sua boa di salvataggio con Jake E. Lee, che rimane con lui dal 1982 al 1987. La sua Stratocaster scrive il successo di BARK AT THE MOON (1983) e ULTIMATE SIN (1986), che vendono milioni di copie. Ma proprio al termine del tour di quest’ultimo, Sharon Osbourne lo licenzia per discrasie sui crediti di scrittura e Lee torna sui suoi passi, continuando per un periodo a fianco dei Badlands. Tuttavia come ex chitarrista dei Ratt e dei Rough Cutt, Lee rilascia pura anima heavy metal e un talento energico, tale da salire sul podio dei primi tre.

Zakk Wylde 

Ancora a fianco di Osbourne sul palco, Zakk Wylde è il chitarrista più presente nella carriera del cantante. La loro collaborazione comincia infatti nel 1987, con una prima parentesi fino al 1995, poi ci sono gli anni Duemila, dal 2000 al 2009 e infine il grande ritorno nel 2017. Wylde è una certezza a fianco del suo maestro e degno erede di Rhoads. Il carisma e l’intraprendenza lo rendono un fiero musicista, tanto da intraprendere anche due progetti solisti, prima con i Pride & Glory e poi con i Black Label Society. Grande amico di Ozzy, Wylde ama diversificare le sue chitarre e sul suo curriculum compaiono pezzi d’eccezione come No More Tears e Mama, I’m Coming Home.

Francesca Brioschi

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