Era il 21 febbraio del 1964 quando i newyorkesi Echoes ingaggiarono un giovane e sconosciuto pianista: Billie Joel.
I fasti di Joel erano ben lontani quando la band scoprì la sua smisurata attitudine al piano. Il giovane imparò a suonare lo strumento da bambino, ma la vera scintilla scattò in lui quando vide la prima apparizione dei Beatles all'Ed Sullivan Show. Fu in quel momento che Billy capii che il suo destino fosse la musica. A due settimane dai fatti, gli Echoes, specializzati in cover di brani della British Invasion, decisero di assumere il quindicenne come loro pianista. Ben noti nel circuito newyorkese, gli Echoes funsero da apripista per Joel che lasciò la band nel 1967, per poi avventurarsi sulle scene militando in diverse formazioni.
Il ritorno di Billy Joel
Al termine della sua esperienza da nomade musicale, Joel decise di prendersi una pausa dalla musica, salvo poi ritornare nel 1971 nelle vesti di cantante e autore, con il suo album solista di debutto: COLD SPRING HARBOUR. Sfortunatamente, il disco non riscosse il successo sperato a causa di alcuni errori effettuati in fase d'incisione. Brani come Everybody Loves You Now rimasero nell'ombra fino all'uscita del suo live album nel 1981 e delle edizioni remaster dell'83 del suo disco di debutto.
In ogni caso, dopo il rilascio del suo album di debutto, Joel e colei che al tempo era sua moglie si trasferirono a Los Angeles, dove l'artista cominciò ad esibirsi come pianista lounge con lo pseudonimo di Bill Martin. Quel periodo è immortalato dalla hit Piano Man, firmata proprio con quel nome. Col tempo, i singoli di Joel avrebbero riscosso sempre più successo, arrivando a conquistare milioni di appassionati in tutto il mondo. Nel 1989, Billy fu premiato ai Grammy per We Didn't Start The Fire, mentre nel 1999 fu indotto nella Rock Hall Of Fame. Negli anni, la sua attività in studio si è ridotta notevolmente, ma l'artista ha continuato ad infiammare i cuori dei suoi fan grazie a memorabili spettacoli dal vivo.