Perché Jimi Hendrix suonava la chitarra con i denti?

Quando Jimi Hendrix cominciò a suonare a Londra, decise di infiammare il pubblico con tutti gli assi che serbava tra le maniche. Performance selvagge, caratterizzate da trick assurdi come suonare la chitarra coi denti.

Si tratta di una mossa resa iconica da Jimi Hendrix e da lui utilizzata in maniera estensiva. Nel 1966, le sue esibizioni ricche di adrenalina lo resero, immediatamente, un punto di riferimento nella fervente scena britannica. Col tempo, le sue capacità crebbero, il suo sound divenne più maturo, così come la sua attitudine sul palco. Questo, destò il disappunto delle folle, pur tornando ad apprezzarlo presto. C'è un motivo ben preciso dietro la scelta di Hendrix di lanciarsi in mirabolanti funambolismi suonando coi denti, connesso ad un live che il chitarrista tenne a Nashville.

L'origine della mossa

Al tramonto del 1962, al termine del servizio militare, Hendrix si riunì con l'ex commilitone Billy Cox, fondando i King Casuals. Il gruppo trovò, ben presto, delle date, tra cui una a Nashville dove il chitarrista diede sfoggio di sé nella maniera con cui avrebbe, poi, abituato il pubblico. A dirla tutta, non fu Hendrix il primo ad utilizzare determinate movenze sul palco. Lo testimonia Becoming Jimi Hendrix, in cui il chitarrista Alphonso Young ricorda la reazione di Jimi a vederlo suonare coi denti, prima e dietro la schiena, poi: "I suoi occhi si illuminarono quando mi vide farlo. Volevo fare sempre scena, le ragazze lo amavano".

Jimi, dal canto suo, sapeva di aver bisogno di modelli del genere per attrarre quanto più pubblico possibile. Gli esordi del chitarrista non furono semplici: un mancino, dall'attitudine androgina, che proponeva la sua musica sulle scene afroamericane. Inoltre, nei primi tempi Hendrix si dimostrava non in grado, sul palco, di contenere la sua personalità, ledendo all'esecuzione stessa dei brani. Nel 1964, gli Isley Brothers, in cui militava, lo allontanarono dal gruppo proprio a causa della sua presenza scenica imponente.

Arrivato a Londra, la sua figura esplosiva non poté non essere apprezzata, considerando il dinamismo estremo del panorama di riferimento, con figure come quella di Pete Townshend, altrettanto distruttivo, a comporlo. Alla fine, quando Hendrix trovò la sua strada, componendo brani propri e costruendosi un nome in Regno Unito, la sua, divenne una macchina inarrestabile, almeno apparentemente, visto il suo tragico e prematuro epilogo.

Claudio Pezzella

Share
Published by
Claudio Pezzella
Tags: jimi hendrix

Recent Posts

Quando Freddie Mercury scrisse “Killer Queen” in una notte | CLASSIC ROCK

Scritta per essere inserita nel terzo album dei Queen, "Killer Queen" si rivelò da subito…

8 ore ago

Quando De André superò i Led Zeppelin nelle classifiche

De André costruì un concept album sul tema dei vizi e delle virtù. E sbancò…

15 ore ago

E cosa c’entra Beyoncé su «Classic Rock»?

"Vi consiglio di ascoltare COWBOY CARTER di Beyoncé, magari fra un Metallica e un Pink…

1 giorno ago

Fuori oggi l’attesissimo numero di CLASSIC ROCK

Finalmente in edicola e online, il nuovo numero di CLASSIC ROCK con in copertina la…

2 giorni ago

Esce oggi il nuovo numero di VINILE

In copertina Fabrizio De Andrè, con i 60 anni di “Marinella”, e poi Claudio Lolli,…

2 giorni ago

Freddie Mercury, Elton John e Rod Stewart avrebbero potuto formare un gruppo

Domani esce il nuovo numero di Classic Rock! Ed ecco come tre delle personalità più…

4 giorni ago

This website uses cookies.