Il poema che Robert Hunter dei Grateful Dead scrisse per Jerry Garcia

jerry garcia

La complicità tra i membri dei Grateful Dead era il punto di forza della storica band capitanata da Jerry Garcia. La chimica tra la band e il pubblico rendeva ogni loro esibizione memorabile, ma c'era un'amicizia all'interno della band che risaltava ancora di più.

Il rapporto tra Robert Hunter e Jerry Garcia rappresentava il vero cuore pulsante dei Grateful Dead. I due erano il nucleo creativo della band. Le travolgenti esecuzioni chitarristiche di Garcia collimavano alla perfezione con i testi di Hunter. Una coppia vincente che ha tratto proficui frutti per oltre un trentennio, fino alla morte di Garcia: un vero e proprio shock per Hunter che dedicò un poema all'amico scomparso.

La poesia che Robert Hunter dedicò a Garcia

Una figura eccezionale, quella di Jerry Garcia: musicista eclettico, creativo assoluto ed artista completamente dedito alla musica, poiché spinto da un incondizionato amore per essa. Con la sua "Elegia per Jerry", Hunter volle immortalare la sua visione dell'enigmatico amico. Ad un anno dalla morte del chitarrista, poi, Hunter gli dedicò una lettera in cui esprimeva le emozioni da lui provate dopo i primi 12 mesi senza di lui. Dopo il primo scioglimento, i Dead decisero di andare avanti con line-up differenti. In ogni caso, risulta chiaro anche ai fan della nuova lena che, dopo la perdita del suo leader, la band non tornò mai più ad essere la stessa. Riportiamo, di seguito, la versione tradotta del poema di Hunter.

Elegia per Jerry

Jerry, amico mio,

l'hai fatto di nuovo, 

anche nel silenzio 

la pressione familiare

torna a galla, per riscuotere

Spingo parole dall'aria

Con solo questa mattina 

e parte del pomeriggio 

per comporre una ode degna

di qualcuno così particolare

su ogni cambio di frase, 

chiedendo che arrivi a casa

in un migliaio di modi 

prima di renderlo suo, 

e non posso farlo da solo. 

Ora che il cantante è andato, 

dove dovrei cercare la canzone? 

 

Senza la tua melodia ed il tuo gusto 

a portare un'aura elegante

un testo è come una cosa orfana, 

un alveare senza il sapore del miele

nessuna potenza per pungere davvero 

 

Che scelta ho se non osare e

chiamare la tua musa che pensava di riposare

fuori dalla sottile aria blu 

che fuori dai campi del tempo condiviso, 

un verso o due potrebbero avere l'opportunità di splendere 

 

Come mai quando chiamammo, 

se non sperando nelle parole, 

la musa discende. 

 

Come potrebbe disertarci ora? 

Ferite di battaglia sulla fronte, 

piume soffocate sulle sue ali, 

e ancora lei canta, lei canta! 

 

Che ti reclami per riposare, 

l'antica ombra dei fiori

oltre la solitudine dei giorni,

la tirannia delle ore 

la corona di brillante alloro poggia

sulla tua testa irsuta

dandoti il potere di suonare la lira

per le legioni dei morti 

 

Se parte di quella musica 

viene ascoltata nei sogni più profondi, 

o su qualche brezza d'estate

uno straccio di tema dorato,

sapremo che vivi in noi

con un amore che non sparirà

il nostro caro vecchio Jack O'Diamonds

è diventato il Re di Cuori. 

 

Posso percepire la tua risata silente

ad opinioni così ardite

che osano oltrepassare la linea

per dire quel che va detto, 

quindi dirò solo che ti voglio bene, 

che non l'ho mai detto prima

e lascerò andare quel vecchio amico

al riposo che magari ignori. 

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