Non un periodo celebratissimo del Boss, ma una testimonianza importante del lavoro di Porcaro. Collaborò con il bassista dei Journey, Randy Jackson, per una traccia stupefacente, nonché l'ultima da lui incisa prima di morire, nel 1992.
Spinge la traccia con leggiadria e controllo, navigando con grande consapevolezza tra le pause che rendono il brano unicamente deciso. Il feel di The Pretender è sconfinato e sognante, soprattutto grazie ai groove firmati da Porcaro.
Atmosfere vintage, quelle del primo lavoro da solista di Fagen, a cui Jeff si adeguò alla perfezione con una sezione ritmica magistralmente amalgamata, ma al contempo profondamente personale.
Il contributo di Jeff Porcaro trasformò una sessione d'incisione ordinaria in una frenetica clinic funk.
Si unisce con complicità ai sussurri di Mark Knopfler, la batteria di Porcaro, per poi accendere una miccia di serrata adrenalina. Jeff non perde un colpo in un brano assolutamente letale che avrebbe estenuato qualsiasi altro batterista.
Dopo il suo allontanamento dagli Eagles, Henley volle espandere i suoi orizzonti musicali, coinvolgendo l'uso di strumenti elettronici (di tendenza negli anni '80) e, ovviamente, uno dei migliori batteristi sulla piazza.
Passata alla storia per il solo bruciante di Eddie Van Halen, a rendere ancor più esplosiva la traccia furono il contributo di Steve Lukather alla chitarra ritmica e al basso, di Steve Porcaro ai sintetizzatori e di Greg Phillinganes al Rhodes, oltre alla batteria ferale e possente di Porcaro.
Non è da tutti collaborare coi Pink Floyd. Eppure, per Mother, Nick Mason venne messo in panchina, dichiarandosi incapace di suonare sui ritmi singolari del brano e vedendo la band costretta ad integrare un batterista tecnico come Porcaro che centrò i tempi dispari della traccia immediatamente. Egli fu la prima ed unica scelta dei Floyd.
A soli 20 anni, Jeff Porcaro si rivelò maturo ed eclettico al punto da strabiliare chiunque ascolti il brano contenuto nel secondo album del gruppo grazie ai sapienti colpi di rullante e al ritornello trainato da una ritmica catchy unica nel suo genere.
Definita all'unanimità come la performance più riuscita al di fuori di quanto fatto nei TOTO, Lowdown è l'esempio lampante dell'inventiva sconfinata del batterista, capace di dimostrare una tecnica eccelsa sin da giovanissimo, distante anni luce dalla sua età anagrafica.
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