Gli anni Settanta del Rock sono, per buona parte, gli anni in cui prevalgono gruppi che sfornano sonorità belle toste, musica che definire “hard” è corretto, pur se i più virtuosi tra loro, Led Zeppelin e Deep Purple, la costruiscono su solide basi di blues, genere che alberga nel DNA dei più grandi rocker della storia. Ma non è tutto riff lancinanti, gran pestare di rullanti e grancasse e acuti che escono da polmoni sovradimensionati. No, c’è anche molto altro che si muove sulla scena musicale, che è principalmente inglese ma con incursioni a stelle e strisce assolutamente degne di nota.
Accanto ai vari Page, Blackmore, Plant, Osbourne, Townshend e Gillan, ci sono anche altri interpreti eccezionali: è nei Settanta che i Queen esplodono come gruppo capace di conquistare fan ovunque, perché nessuno come loro sa legare momenti hard, appunto, a squisite sonorità classicheggianti e virtuosismi vocali da pelle d’oca. E i Seventies sono anche gli anni di The Dark Side of the Moon, con i Pink Floyd a conquistare tutto il Sistema Solare, e di Born to Run, che lancia un giovanotto del New Jersey sulla strada che lo consacrerà Boss del Rock. E poi gli Stones che emigrano in Francia, i Fleetwood Mac che sfornano Rumours, i Genesis che inventano il rock-theatre.
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