Ecco perchè preferiamo la musica dei “bei vecchi tempi”

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Perché continuiamo a preferire la cara vecchia musica rispetto alle nuove uscite? E’ colpa del nostro cervello…

Perchè facciamo fatica ad apprezzare la nuova musica? Nella nostra testa, continuiamo a preferire i grandi classici del passato, ma è solamente una convinzione oppure i nuovi artisti emergenti sono davvero carenti rispetto ai big di qualche decennio fa? Un nuovo studio, condotto dal New York Times, ha deciso di esaminare il motivo per cui tendiamo a preferire la musica dei nostri anni di formazione, e tutto sembra avere improvvisamente senso. Potremmo aver scovato la ragione per cui, quando ci troviamo ad ascoltare un nuovo brano, ci ritroviamo a chiederci “Ma che diavolo ci faccio qui?“.

Sarà proprio vero che preferiamo la musica del nostro passato e che tutto il resto sia destinato a passare in secondo piano?

Fra l’immensa quantità di nuova musica, distribuita ininterrottamente, ogni settimana, ci sembra quasi istintivo ricadere sui cari vecchi brani, intonati mille volte, piuttosto che metterci a passare in rassegna una serie di nuovi brani su Spotify o Youtube. Come è stato sottolineato, la causa non dovrebbe essere ricercata nel “nessuno fa più musica come una volta“, piuttosto nel fatto che il nostro cervello forma letteralmente la base dei nostri gusti musicali in alcuni periodi precisi e determinanti della nostra vita, nonché alquanto precoci.

Seth Stephens-Davidowitz ha deciso di approfondire la questione e scoprire il motivo per cui ci rivolgiamo ad un determinato tipo di musica, faticando ad evolverci insieme ad essa: ha valutato tutte le classifiche di Billboard pubblicate tra il 1960 e il 2000, utilizzando i dati di Spotify e tracciato le diverse età degli ascoltatori. Ciò che lo scrittore ha trovato non si è rivelato essere troppo scioccante: i gusti musicali di una donna, andrebbero a definirsi intorno agli 11/14 anni, mentre i gusti musicali maschili andrebbero a cementificarsi fra i 13 ed i 16 anni. Inoltre, sembra essere emersa una netta suddivisione fra la musica prima e dopo quella dei vent’anni, una sorta di scissione che ben separa due fasi della nostra vita: “Chiudiamo le nostre preferenze musicali in due parti separate e concise della nostra vita” ha spiegato.

Consideriamo una canzone come ‘Creep’ dei Radiohead” ha spiegato Stephens-Davidowitz “Questa, è la 164° canzone più popolare fra gli uomini che oggi hanno all’incirca 38 anni, ma non è fra le prime trecento per coloro che sono nati dieci anni prima o dieci anni dopo. Si noti quindi come, gli uomini che più amano ‘Creep’, siano quelli che all’uscita del brano, ovvero nel 1993, avevano suppergiù 14 anni. In effetti, è uno schema coerente.

 

 

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