La misteriosa storia dietro la morte del quinto Beatle

Una breve esistenza maledetta e romantica caratterizza la storia di Stuart Sutcliffe, primo bassista dei Beatles con l'anima da pittore che, il 10 aprile 1962, si spense nella poetica Amburgo.

Il volto di Stuart Sutcliffe riaffiora tra le foto in bianco e nero della prima fotografa dei Beatles, Astrid Kirchher, sua amante in una perduta Amburgo in cui gli allora Silver Beatles scrissero il loro stile. Ma gli occhi più attenti forse avranno colto la sua immagine tra le anime scomparse sulla copertina di STG. PEPPER'S LONELY HEARTS CLUB BAND (1967), in alto a sinistra, sopra il pugile Sonny Liston. Perché la storia del quinto Beatle o Lost Beatle è talmente peculiare da meritare un posto d'onore in una cornice artistica e musicale. Certo, di solito con il termine quinto beatle, ci si può rivolgere a diversi protagonisti dell'epopea Beatles, tra cui il primo batterista, Pete Best, il pianista Billy Preston, lo storico manager Brian Epstein e il produttore George Martin. Ma la storia di Sutcliffe è unica e immortale. 

Il giovane musicista nasce infatti con una peculiare sensibilità all'arte, che lo porta a iscriversi al Liverpool Art College, lo stesso luogo magico in cui si conobbero John Lennon e Cynthia Powell. Qui, Sutcliffe mostrò da subito un brillante talento nella pittura, confermato dal suo professore, Arthur Bellard, che lo definì rivoluzionario. Così Stuart iniziò a frequentare il pub Ye Cracke di Liverpool, foggia di studenti avvezzi all'arte, alla musica e alla letteratura beat, dove conobbe Lennon. Allora il celebre cantautore suonava nei Quarrymen e, affascinato dalle conoscenze artistiche di Sutcliffe, lo prese sotto la sua ala, proponendogli di suonare il basso nella sua band. Da allora, per un breve periodo, dal 1960 al 1961, Stuart suonò con i Beatles. 

La loro prima esibizione ufficiale con l'iconico nome avvenne ad Amburgo il 17 agosto 1960. E sembra che sia stato proprio Sutcliffe a dare l'idea per il nome del gruppo, ispirandosi ai Crickets, letteralmente grilli, di Buddy Holly. Da qui il termine Beetles (Coleotteri), evolutosi, con uno scambio di lettere, in Beatles. Tuttavia la passione di Stuart è sempre stata più votata alla pittura, tanto che il suo primo basso Höfner lo acquistò vendendo un suo dipinto. Come ricorda anche George Harrison, il bassista non era a suo agio con lo strumento e "non era mai stato del tutto convinto di diventare un musicista". E così fu, dato che, nel 1961, Stuart lasciò la band e, mentre gli altri si affiancarono a Paul McCartney a Liverpool, lui prese un appartamento con Astrid ad Amburgo. 

La sua esistenza si consumò però come una candela erosa dal fuoco. Tra frequenti mal di testa e casi di cecità temporanea, la sua mente non funzionava più come prima e lo dimostrano degli appunti del suo taccuino, illegibili, confusionari, distorti. Non passò molto tempo prima che, il 10 aprile 1962, Stuart morisse in ambulanza dopo uno svenimento nella sua abitazione. A soli 21 anni, un'emorragia celebrale aveva spezzato la sua fragile vita. Ma con la seguente autopsia non furono rivelate malattie pregresse, quanto la derivazione fatale di una precedente frattura cranica. Ed è qui che sorge il dubbio su quando questa si sia formata. Sembra infatti che possa essere ricondotta a un violento litigio del 1959 con John Lennon, anche se potrebbe essere più tardiva e corrisposta al 1961, durante un pestaggio a Stuart fuori da un concerto fuori dal locale Lathom Hall.

Ma quale sia la data fondativa, un'ipotesi adombra la figura di Lennon e a puntare il dito è Pauline Sutcliffe, sorella di Stuart. Nel 2003, infatti, il «Daily Mail » pubblica un articolo intitolato "Did John Lennon Kill The Fifth Beatle?"E il turbine mediatico affiora dalla messa all'asta da parte di Pauline delle lettere manoscritte di Sutcliffe durante il periodo amburghese. La collezione è stata presentata da Bonhams il 29 luglio 2003 e valutata 1,5 milioni di dollari. Ma non è solo il prezzo a dettarne la preziosità, quando gli inconsci segreti evocati dalle confuse parole di Stuart e la storia che riposa tra le pagine della biografia scritta da Pauline, nel 2001, The Beatles' Shadow. Quanto è vero, dunque, che le parole feriscono più delle armi. 

E Pauline non si è risparmiata, evocando una possibile relazione omosessuale tra Stuart e John, smentita da Yōko Ono, e rimarcando sulla gelosia di Lennon nei confronti di Sutcliffe. Quest'ultimo aspetto traspare nel film del 1993Backbeat - Tutti Hanno Bisogno D'Amoreincentrato sull'Amburgo di Sutcliffe con Lennon e la Kichher. Dunque la prematura morte del musicista - pittore rimane un mistero, non nella diagnosi finale quanto nella sua origine, che potrebbe essere stata indotta anche da una caduta dalle scale. Così ricordiamo Stuart per il suo fascino maledetto alla James Dean e come una creatura romantica divisa tra un basso e una tela pittorica. 

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