Avevamo iniziato l’estate allarmati per il suo stato di salute. Poi, per fortuna, Elvis Costello è tornato in pista a sorpresa con un album degno della sua fama.
Il cielo sopra Londra è insolitamente azzurro e soleggiato, eppure gli alberi di Hyde Park, poco distanti, grondano di foglie rossastre. L’autunno è alle porte e così il nuovo album di Elvis Costello, che lo presenta in anteprima negli studi della BBC Radio 4, dove arriva scendendo da un taxi, puntualissimo come un vero londoner. Indossa l’amatissimo cappello – nel corso dell’intervista ne cambierà due, uno chiaro e uno scuro, lasciato in bella mostra in un piccolo camerino in cui ci sono anche due giacche sgargianti appoggiate su una sedia e varie sciarpe fantasia. Così, dopo un amichevole saluto – in attesa dell’immancabile tazza di tè – gli chiedo se ha mandato qualcuno a organizzare il suo guardaroba. “No – dice sorridendo – alla BBC, dove da sempre sono ospitato in vari programmi, è già tutto predisposto. Si direbbe che conoscono i miei gusti, vero?”.
Vero. Non che Costello abbia catturato il suo pubblico grazie al look.
Pur avendo un suo stile, negli ultimi anni riproposto in concerto e anche in trasmissioni televisive che lo hanno visto conduttore (Spectacle), è il suo raffinato e ribelle cantautorato intellettuale a renderlo unico e inimitabile. Un grande classico, entrato a far parte della storia della musica raggiungendo un traguardo ben più consolidato rispetto agli inizi nella Stiff Records di Jack Rivera, dove il ruolo punk (termine da prendere in senso lato) a Costello, “stretto” tra Nick Lowe e Ian Dury, non calzava perfettamente. A dispetto di quell’antipatico episodio degli inizi.
Anni 70/80, un club del sud, America bianca e un po’ razzista. Elvis Costello e gli Attractions vengono quasi alle mani con musicisti neri della band di Stephen Stills. Battutacce razziste all’origine del diverbio. Elvis in testa. Un amico italiano, quando sa che volerò a Londra per intervistarlo, mi suggerisce di chiedergli un chiarimento. Di questi tempi, è urgente. Ok, lo ammetto: mi piacerebbe sapere cosa prova Elvis Costello, quello di GET HAPPY, il collezionista di singoli della Stax, quando oggi ripensa a quello spiacevole incidente. Insomma, andò così? Fu un equivoco o… che cazzo passava per la mente del musicista che qualche anno dopo avrebbe collaborato con Allen Toussaint? “Alcool. Per la mente passava alcool”, risponde subito alla domanda scomoda. E aggiunge: “Non vado fiero di quell’episodio. Anche se negli anni è stato raccontato con l’aggiunta di particolari molto romanzati e un po’ eccessivi, testimonia quanto, da giovani, si era tutti troppo aggressivi alla Stiff – dove ci chiedevano di esserlo il più possibile, specialmente a me che non possedevo certo il “phisique du rôle” e, soprattutto, un bel po’ imbecilli. Ho avuto l’occasione di rivedere Stills e di scusarmi con lui. È bello fare la pace, soprattutto sentirsi in pace. Oggi sto bene con me stesso”.
Prima di entrare nel merito del nuovo album di Elvis Costello and the Imposters, LOOK NOW, ricordiamo che qualche mese fa, dopo un periodo di forzata assenza dalle scene, Elvis ha fatto outing: “Ho dovuto combattere con un tumore, ma ho avuto la meglio. Sono stato fortunato, me ne sono preso molta cura. Mi è dispiaciuto interrompere il tour, ma non avevo certo l’energia per affrontare il pubblico. Ora invece sto bene e torno in pista”.
L’intervista completa ad ELVIS COSTELLO, a cura di Eleonora Bagarotti, la trovate su «Classic Rock» n. 72, LOOK NOW è stato recensito su «Classic Rock» n. 71, entrambi disponibili qui.