È uscito FEAR INOCULUM dei Tool: la nostra recensione

Abbiamo avuto l’onore di ascoltare in anteprima FERA INOCULUM, l’ultimo album dei Tool. Ecco le nostre considerazioni

Per questo quinto album in studio degli americani Tool, la Sony ci ha portato ad Amsterdam per una blindatissima degustazione alla cieca, senza titoli, senza testi… nulla – a parte Invincible, un pezzo molto alla Rush, caratterizzato da cambi di tempo e fulminanti terzine, e Descending, lento e potente che passa dal southern al metal, dal battito del cuore alla spiaggia con la risacca, entrambe già proposte dal vivo anche al Firenze Rocks.

Con la paranoia che li contraddistingue, i Tool si sono dati ai fan col contagocce, preparando l’uscita di FEAR INOCULUM con ristampe online dei vecchi demo e il nuovo logo palindromo. La title-track apre con un insieme di droni e archi alieni, accompagnati da un tappeto di percussioni tribali e pizzicati cinesi che crescono sino a sfociare nelle chitarre saturate, per accogliere infine un Maynard in gran forma, ora riflessivo come Vedder, ora aggressivo come Manson.

È difficile senza una tracklist capire quando i Tool si fermano per un nuovo pezzo o si soffermano per creare atmosfera, ma la seconda parte di questo brano è decisamente metal. Pneuma si presenta con un arpeggio e un costante rullio di legno, per svilupparsi in una cacofonia orchestrata che ricorda a tratti i nostri amatissimi Goblin. Legion Inoculant ripropone i droni dell’inizio trasportandoci in un incubo onirico prima delle chitarre ipnotiche e dei mille cambi di respiro di Culling Voices. Chiare, fresche e dolci campane ad acqua per Chocolate Chip Trip che dà ampio spazio alla sperimentazione delle percussioni di Danny. 7empest è forse il pezzo più duro del disco, infinito assolo compreso sino alle scimmie impazzite e agli uccelli che chiudono con Mockingbeat. Tirando le somme, siamo davanti a un lavoro complesso, che un solo ascolto non può né vuole cercare di comprendere appieno. Quello che rimane, a caldo, in questo mese di giugno 2019, è la sensazione di avere davanti un melograno dai colori intensi e cristallini che racchiude al suo interno centinaia di emozioni turgide ma carnose, pronte a esplodere sotto i denti aspre e zuccherine.

Fate attenzione: due pezzi saranno disponibili soltanto nella versione digitale, perché a causa della loro lunghezza non ci stavano nel Cd.

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