ANTEPRIMA! Wrongonyou ci racconta MILANO PARLA PIANO

Il 18 ottobre uscirà MILANO PARLA PIANO, il primo disco di Wrongonyou in italiano. Lo abbiamo incontrato per un ascolto in anteprima e per fare due chiacchiere

Wrongonyou è lo pseudonimo di Marco Zitelli, musicista romano, classe 1990. Ecco la tracklist di MILANO PARLA PIANO (Carosello Records): Atlante, Calma calma, Solo noi due, Mi sbaglio da un po’, Milano parla piano, Più di prima, Perso ormai, Ora.

-Il passaggio da italiano a inglese è stata una scelta tuo o più una scelta editoriale/discografica? E i tuoi fan come hanno vissuto questo cambiamento?

La scelta della lingua è stata mia, non c’è stata alcuna costrizione (anche perché chi lavora con me lo sa che sono testardo: a fare le cose per forza non ci riesco). Per quanto riguarda i fan, per ora mi è arrivato solo un messaggio che diceva: “Meglio in inglese, potevi fare delle cose belle e invece hai voluto fare una cosa in italiano. Non ti seguo più, non fai più parte dei miei gusti”. Questo succede quando si ascoltano i dischi con pregiudizio. In realtà, ascoltando con attenzione, in MILANO PARLA PIANO si ritrova davvero tanto di quello che c’era nei miei lavori precedenti.

-Quanto è stato difficile cambiare lingua mantenendo comunque le tue caratteristiche timbriche?

Il lavoro vero è stato proprio quello, mantenere le mie sonorità e la mia vocalità, nonostante il passaggio da inglese a italiano. Nelle prime canzoni buttate giù non mi riconoscevo, non riuscivo a mantenere intatta la matrice originale di Wrongonyou. Musicalmente penso che MILANO PARLA PIANO sia un disco molto onesto, un lavoro che rappresenta quello che facevo anche prima. Per esempio, uno dei punti di forza penso sia l’uso della chitarra come strumento principale del disco, mettere un assolo di chitarra nel 2019 è paragonabile al gesto di Cassano che nel 2006 si è presentato alla conferenza stampa del Real Madrid con un collo di pelliccia (ride).

-Di Milano si possono dire tante cose ma che parli piano è un po’ difficile…

Infatti è più una richiesta. Nella fattispecie, la canzone Milano parla piano è un invito a rallentare. Di Milano, venendo da Roma, non posso dire che sia chiassosa, la vedo più come una città molto attiva, molto irrequieta. Quando torno a Roma dai miei amici mi rendo conto di essermi adattato anche io a questo ritmo frenetico.

-Per quanto riguarda la copertina, cosa vuole significare?

L’artwork di copertina contiene tutti elementi che si riferiscono alla tracklist. Il progetto che avevo in mente era proprio quello di mascherare in qualche modo la mia faccia, e questo rispecchia il fatto che nel disco la mia voce viene modificata varie volte in diversi modi. Di base poi, ciò che mi interessava più di tutto, era che ci fosse un foglio stropicciato, già stato buttato. L’obiettivo è quello di riaprirlo, per poi provare a stenderlo, cancellando e correggendo ciò che c’era in precedenza.

-Che musica ascolti? Per questo album c’è stato qualche artista in particolare da cui ti sei sentito influenzato?

Continuo ad ascoltare quello che ascoltavo prima, quindi molti ascolti internazionali. Nell’ultimo annetto, però, ho inglobato anche pezzi da 90 della musica italiana: Dalla, De Gregori, Battisti… ovvio, li conoscevo già, ma adesso mi sono messo ad ascoltarli con attenzione e sicuramente mi hanno stimolato molto durante la registrazione di MILANO PARLA PIANO perché, come faccio nel mio disco, anche all’epoca quesi cantautori parlavano di quotidianità. Ho scoperto molto tardi la semplicità di quattro accordi e l’importanza del testo, della musica e della vocalità (ed è stato il lavoro più grosso dell’album!).

-Riguardo al parallelismo tra Roma e Milano: quali sono le cose che ti piacciono di più e di meno di queste due città?

Milano è più piccola, quindi ho scoperto una comodità della città che non conoscevo, mi sembra quasi di essere in un paese. Per me muovermi a Roma vuol dire fare mezz’ora di macchina, poi prendere la metro, il treno, l’autobus… un casino. Però devo dire che mi mancano quei tramonti magici arancioni e rosa, il cupolone che spunta da lontano. È vero, a Milano sono tutti agitati, ma se si mischia la frenesia milanese alla pigrizia romana ne esce fuori una persona normale, potrei essere sulla buona strada. La vera differenza è che Roma stacca troppo mentre Milano non stacca mai, magari Bologna è una via di mezzo (ride).


Ecco le date dell’Atlante Tour:

mercoledì 20 novembre 2019| Bologna @ Locomotiv Club
venerdì 22 novembre 2019 | Cosenza @ Mood
venerdì 29 novembre 2019 | Firenze @ Viper Theatre
sabato 30 novembre 2019 | Torino @ sPAZIO211
sabato 7 dicembre 2019 | Bari @ Officina Degli Esordi
venerdì 13 dicembre 2019 | Treviso @ @New Age Club
sabato 14 dicembre 2019 | Nonantola (MO) @ Vox Club

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