Aveva il Coronavirus. Si spegne a 86 anni Manu Dibango, il musicista camerunese padre della world music e persino della disco.
Anche nel mondo dello spettacolo, il Coronavirus continua a mietere vittime. In molti hanno pianto ieri la scomparsa di Lucia Bosé, stella del cinema di Antonioni, Miss Italia nel '47 e madre del cantante Miguel Bosé.
In queste ultime ore, dalla Francia, è giunto un altro drammatico annuncio. A 86 anni si è spento in un ospedale parigino Manu Dubando, il "gigante buono" camerunese tra i maggiori esponenti dell'afro jazz. La notizia è arrivata direttamente dai canali social dell'artista.
Con profonda tristezza annunciamo la perdita di Manu, il nostro Papy Groove, morto il 24 marzo 2020 a 86 anni. I funerali saranno celebrati in forma privata. Un tributo alla sua memoria sarà organizzato quando possibile.
Emmanuel N'Djoké Dibango era nato a Douala il 12 dicembre 1933. A vent'anni, si era trasferito in Francia, dove aveva cominciato a collaborare con artisti del calibro di Fela Kuti, Sly and Robbie, Herbie Hancock, e persino il nostro Jovanotti. Vibrafonista, compositore e leggenda del sax, Manu aveva sviluppato uno stile particolarissimo, capace di mescolare jazz, soul e funk con la musica tradizionale camerunese.
Tra i critici, c'è anche chi definì Manu come pioniere della disco music. Ci riferiamo in particolare all'album del 1972 SOUL MAKOSSA, che scalò le classifiche americane ed ebbe un successo all'epoca impensabile per un pezzo di un musicista africano. Un disco straordinario, che Lorenzo Jovanotti ha ricordato nella sua dedica commossa:
Il saluto e omaggio della redazione di Stonemusic parte proprio da SOUL MAKOSSA e dalla sua titletrack, un brano trascinante e leggendario, proprio come il suo autore.