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Quando Syd Barrett uscì dai Pink Floyd

Compositore, chitarrista, visionario. Syd Barrett fondò la band prog più famosa del mondo, ma ci rimase solamente tre anni.

Tre stili diversi, tre leader musicali, tre maestri visionari. Chi sono i Pink Floyd? Quelli guidati da Syd Barrett? La band di Roger Waters? Il gruppo di David Gilmour?

La storia di Roger Keith "Syd" Barrett con i Pink Floyd cominciò il giorno della loro fondazione, nell'estate del 1965, per concludersi dopo solamente tre anni, per via di problemi mentali non ancora del tutto definiti.

Era il 1967 quando il frontman del gruppo che aveva già cominciato a calcare i principali palchi britannici mostrò i primi segni di cedimento. Syd assumeva spesso speed, cannabis, qualche pillola di Madrax (un medicinale con lo stesso effetto della morfina se assunto con l’alcol), ma soprattutto LSD, la nuova droga allucinogena giunta dagli Stati Uniti. 

Alle droghe pesanti, si aggiunse ben presto la malattia. Barrett iniziò a mostrare un atteggiamento imprevedibile, incostante, al limite del nonsense. Qualche esempio? A volte, mentre il resto della band suonava, Syd si piazzava immobile vicino a un amplificatore, scordava la chitarra, aumentava e diminuiva il volume delle tracce senza nessuna regola. Durante le esibizioni dal vivo, invece, si sedeva agitando il plettro su una sola nota, o sfiorava le corde senza accennare suoni. Lo sguardo vacuo, il corpo senza più vitalità.

Il 3 gennaio del 1968, David Gilmour entrò ufficialmente nella formazione, in teoria come supporto a Syd Barrett, in pratica come chitarra solista e voce. I membri della band iniziarono a isolare Syd che, il 6 aprile 1968, uscì ufficialmente dal gruppo. Il motivo?

Syd non era più funzionale a una rock band perché stava perdendo il contatto con la realtà.

L'uscita di Syd Barrett dai Pink Floyd segnò una svolta nello stile musicale (e nelle dinamiche di leadership) della band britannica. Secondo buona parte della critica, i successivi album dei Pink Floyd furono largamente influenzati dallo stile chitarristico di Barrett e dalla sua volontà di tradurre in musica i dettami dell'arte e della filosofia. Il fantasma di Syd, insomma, continuava ad aleggiare. 

Poi, nel 1975, Barrett riapparve, non più fantasma, ma uomo in carne e ossa. I Pink Floyd stavano registrando l'album WISH YOU WERE HERE, negli studi di Abbey Road. A un certo punto, si presentò un uomo obeso, completamente calvo, senza sopracciglia e con in mano una busta della spesa. David Gilmour lo riconobbe: si trattava proprio di Syd.

I Pink Floyd gli fecero ascoltare Shine On You Crazy Diamond, proprio la canzone a lui dedicata, poi andarono a pranzo. Finito di mangiare, Syd Barrett sparì senza salutare così come era comparso. Nessuno lo vide più. Solo Roger Waters lo incontrò un'ultima volta alcuni anni dopo nei magazzini di Harrods, a Londra.

Che ne fu di Syd? Si ritirò a Cambridge, si fece chiamare Roger e si dedicò al giardinaggio e alla pittura, sua vecchia passione.

Morì nel 2006 per un tumore al pancreas, tra l’indifferenza del mondo che, cinquant'anni prima, aveva amato il suo geniale "diamante pazzo".

Marialuisa Miraglia

Nata negli anni sbagliati, amo guardare film in bianco e nero e sorseggiare tè caldo mentre "The Dark Side of the Moon" corre sul giradischi.

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Marialuisa Miraglia

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