Il leone di Cellino San Marco la vide brutta quando, per via di una sua esibizione durante una serata di gala, venne inserito nella lista nera dell'Ucraina.
Furono sei mesi tormentati quelli che il cantante pugliese dovette passare, fra la primavera e l'estate del 2019, sapendo che il suo nome era stato inserito nella lista nera del governo dell'Ucraina perché ritenuto una "minaccia alla sicurezza nazionale".
Tutto ebbe inizio durante una serata di gala del dicembre 2017 alla quale Al Bano prese parte esibendosi: parliamo dell'evento presieduto da Vladimir Putin per la celebrazione del centenario della creazione del primo servizio segreto sovietico, la Čeka.
Per comprendere il perché dell'astio dell'Ucraina nei confronti di Al Bano bisogna fare un passo indietro. Lo spionaggio sovietico del XX secolo ha mietuto molte vittime fra la popolazione dell'Ucraina, rendendo molto tesi i rapporti tra le due nazioni. È chiaro che questa presunta vicinanza di Al Bano a Putin non fu ben vista dall'Ucraina, alla quale nel 2014 Putin tolse la Crimea volendone l'annessione alla Russia e causando, così, scontri sanguinosi.
L'esibizione che vide Al Bano protagonista assieme alla sua Felicità non ebbe un risultato poi tanto felice per il cantautore, che si disse scioccato dalle dichiarazioni dell'Ucraina nei suoi confronti poiché si ritiene prima di tutto un cantante e non un uomo politico. Per di più, Al Bano è molto affezionato al popolo ucraino dato che, negli anni 80 e 90, le esibizioni di Al Bano e Romina Power furono molto seguite negli ex stati dell'Unione Sovietica.
Se Putin è bravo io lo dico. Non c'è un'amicizia, ma una semplice conoscenza, favorita anche dal fatto che lui è presidente onorario della Federazione internazionale dello judo e io ne sono ambasciatore nel mondo. Ho cantato per lui ma anche per tanti altri capi di Stato e pure per Giovanni Paolo II. Sono un uomo di pace e non di guerra.
Queste le parole del cantante in un commento riguardo la vicenda. Insomma, una vicenda che può fare sorridere ma che nasconde dei risvolti di sfondo politico particolarmente pressanti per una nazione che ha deciso di mettere al bando il cantante.
Per cercare di risolvere il problema, Al Bano incontrò a Roma l'ambasciatore ucraino poco dopo la pubblicazione della prima lista nera nella quale compariva il suo nome, parliamo del marzo 2019. Tutto sembrava risolto ma l'aggiornamento della lista pubblicato nel giugno successivo vedeva ancora il nome del cantautore pugliese figurare al quarantottesimo posto fra i nemici della patria.
La vicenda si concluse qualche mese più tardi, nel settembre 2019, quando l'allora avvocato del cantante dichiarò pubblicamente che la vicenda era definitivamente stata archiviata a seguito della rimozione del nome di Al Bano dalla lista nera dell'Ucraina. Il cantante si disse molto contento della risoluzione del malinteso e pronto a essere invitato a esibirsi in concerto in Ucraina. Di certo, però, cercherà di fare più attenzione nella scelta delle serate di gala e delle commemorazioni alle quali parteciperà in futuro.