Le sorelle Bertè erano quattro: Leda, Domenica (detta Mimì), Loredana e Olivia. Cresciute in un ambiente familiare difficile, con un padre che hanno dichiarato più volte violento, ognuna di loro affrontò e affronta ancora oggi il dolore in modo diverso.
Il rapporto tra Mimì e Loredana, nate entrambe il 20 settembre, a tre anni di distanza, era interessante per i giornali dell'epoca - e lo è ancora oggi: due sorelle con un'infanzia difficile alle spalle, la passione condivisa per la musica e la capacità di farsi notare nel panorama musicale italiano. Due sorelle fermamente unite ma anche molto diverse. Il gioco di opposti intrigava i giornalisti, che spesso chiedevano all'una e all'altra del loro rapporto.
Loredana rispondeva che Mimì era tutta la sua famiglia, era il suo bene più grande. Il modo di parlare riflette la sua personalità: tra le parole tanti assoluti, tanta enfasi, un amore che trabocca e si strugge. Diceva che Mimì era una delle più grandi cantanti italiane, che invidiava persino la sua voce. Ma l'invidia era così genuina da sfumare nell'ammirazione.
Per me è stata la mia unica famiglia, da sempre e per sempre. Ho vissuto la mia vita con lei, scontrandoci, incontrandoci, amandoci, lasciandoci e ritrovandoci. Sempre. Per sempre.
Mia Martini dal canto suo era più misurata, sceglieva con cura le parole, credeva che entrambe avessero sentito con forza il rifiuto da parte del padre, e che da questo fosse nato il bisogno di avere una famiglia. Forse proprio qui sta il motore di questo rapporto che a noi sembra così forte.
Apparentemente siamo diverse, ma in fondo se si scava un po' i nostri problemi, le nostre ansie, sono le stesse. È forse il nostro modo di agire, di affrontare la vita che è differente.
Nelle parole di Mia Martini troviamo la verità: entrambe dedite alla musica, ma molto diverse tra loro. Loredana era più aggressiva e sensuale, Mimì più intima e graffiante. Loredana aveva reagito a quel rifiuto familiare con rabbia, impedendosi di mostrarsi fragile. Mimì aveva abbracciato la fragilità, ne aveva fatto un piedistallo su cui stare in piedi. Aveva lasciato scoperti i suoi punti deboli e riusciva a cantare il suo dolore con coraggio.
Diceva di essersi arresa alle malelingue, di aver abbandonato la musica per vivere in solitudine, schiacciata dall’ostilità che la circondava. E dicendolo appariva implicito un paragone con la sorella, che sembrava impossibile da marginalizzare.
Ma in entrambe c’era forza, e con provocazione o con riflessione, seppero tirarla fuori. Mimì lo fece fino ai suoi ultimi giorni, e anche oggi è impossibile ignorare la sua voce, così in rilievo nella storia della musica italiana.
Tutta la musica che Steve Hogarth, frontman dei Marillion, ha amato nella vita. Questo e…
Il duo internazionale con radici italiane AMISTAT ci racconta dei suoi equilibri, del suo percorso…
È SOLD OUT il concerto di questa Domenica 12 maggio a Milano degli AMISTAT: la…
Roberto Manfredi ha tirato fuori dal suo archivio una lunga intervista a Fabrizio De André…
Ci sono alcune art cover che non solo hanno scritto la storia, ma ne hanno…
Ian Anderson ha una teoria particolare per la quale il rock progressivo e i Jethro…
This website uses cookies.