Édith Piaf: molto più che “La Vie En Rose”

In un’intervista, alla domanda “Cosa sarebbe senza la musica?”, Édith Piaf rispondeva senza esitazione “Morta”.

Con quel sorriso da Gioconda e la risata scrosciante che si trasformava tutta in un ciglio concentrato mentre cantava, Édith Piaf diventò ben presto un mito, non solo francese ma mondiale. Questa nomea era ed è accresciuta, oltre che dalla sua voce, dalla serie di eventi incredibilmente sfortunati che dovette affrontare sin da bambina.

Nata in una famiglia che non poteva permettersi di mantenerla, la piccola Édith venne affidata prima alle cure di una nonna, che si rivelò una pessima educatrice (leggenda vuole che il biberon della bimba fosse riempito di vino rosso, per uccidere i microbi); in seguito il padre chiese l’aiuto dell’altra nonna, che gestiva un bordello in Normandia.

Nonostante l’ambiente, finalmente qui Édith fu trattata con amore, anche se visse l’esperienza traumatica di una malattia agli occhi, rischiando di perdere la vista – la nonna la invitava ad accendere ogni sera un cero a Santa Teresa, e una volta guarita, Édith attribuì alla santa la completa riacquisizione della vista, tanto che durante i suoi tour non perse l’abitudine di accendere un cero a Santa Teresa.

Tornata ancora bambina tra le braccia del padre, iniziò a esibirsi con lui in strada, cantando sul ciglio del marciapiede e attirando i primi sguardi curiosi. Passarono gli anni, il padre si accasò e l’adolescente Édith lo abbandonò definitivamente, continuando a cantare per le strade di Parigi con la sua nuova amica Simone. Édith ebbe una figlia dal suo primo uomo, ma questa bambina morì di meningite dopo appena due anni, e questo enorme dolore si aggiunse a quella vita già ruvida e misera.

La scoperta dell’usignolo francese avvenne nei suoi 20 anni, quando debuttò nel 1935 in un cabaret vicino agli Champs Elysées, Le Gerny’s. Da qui in poi la cantante si destreggiò tra concerti che non riscossero un grande successo e il nuovo sodalizio con Raymond Asso, che compose molte partiture musicali di Édith. Ed ecco che il mito di Édith iniziò a crescere e a definirsi, tra tournée in Francia e amicizie con artisti come Charles Aznavour, Jean Cocteau e altri.

Travolgente poi il suo impegno negli anni della Guerra, quando aiutò moltissimi prigionieri in campi di concentramento tedeschi a fuggire, creando per loro dei documenti falsi basati su delle fotografie ritagliate che Édith si era fatta scattare con ogni singolo prigioniero che avrebbe aiutato, con la scusa di essere lì per cantare.

Nel 1945 la carriera di Édith sbocciò con La Vie En Rose, che divenne un simbolo internazionale del suo talento, quasi un inno nazionale francese. Questo lanciò i tour in America e nel resto del mondo. Pochi anni dopo Édith avrebbe vissuto il tragico amore con il pugile sposato Marcel Cerdan, su cui la stampa non rimase in silenzio. La cantante lo convinse a raggiungerlo prima di un incontro pattuito, in America. Il volo sul quale il pugile campione del mondo salì ebbe un incidente, fatale per tutti i passeggeri.

La cantante ebbe altri amori, fugaci o più duraturi, tra cui il matrimonio nel 1952 con Jacques Pills, l’unico uomo che secondo lei aveva portato stabilità nella sua vita, e con cui nonostante il divorzio mantenne sempre un rapporto di confidenza molto stretto. Un’altra importante figura nella vita di Piaf fu Marlene Dietrich, a quel tempo famosissima attrice che non sembrava curarsi troppo delle intromissioni nella sua vita privata, che anzi usò per dare coraggio a chi, come lei, viveva relazioni omosessuali.

La vita di Édith non proseguì tranquillamente. Ebbe purtroppo molti incidenti d’auto, risultava molto debole e spesso era malata e insonne. A questo periodo seguì un assestamento generale, che passava dall’alimentazione a un generale stile di vita più sano. in quel momento le venne proposta la canzone Non, je ne regrette rien, dei compositori Charles Dumont e Michel Vaucaire. Le sembrò un inno alla vita, alla sua vita.

Poco prima di morire, visse un altro amore, con il giovane Théophanis Lamboukas. I due si sposarono il 9 ottobre 1962. Quasi un anno dopo, il 10 ottobre 1963, Édith moriva per una broncopolmonite e il suo corpo venne trasportato a Parigi, dove aveva desiderato spirare. Quindi venne dichiarata deceduta il giorno successivo, alle 7 del mattino.

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