Come e quando nacque il jukebox?

jukebox
Hicksville, N.Y.: Two women search for tunes on a jukebox which features old songs at Jabby’s Tavern in Hicksville, New York on Sept. 14, 1973. (Photo by Naomi Lasdon/Newsday RM via Getty Images)

Vi siete mai chiesti quando fu creato il primo jukebox, o chi lo inventò? Ve lo raccontiamo in questa breve storia.

Se oggi il jukebox è tornato di moda è anche grazie all’onda di vintage e retro che stiamo cavalcando in questi anni. Tra jukebox e vinili che tornano alla riscossa, i nostalgici possono fingere facilmente un tuffo nel passato.

Ma i jukebox non si sono materializzati dalla notte al giorno nei pub e nei caffé degli anni ’50: dobbiamo tornare alla fine del 1800, quando Louis Glass e William S. Arnold inventarono il fonografo. La sera del 23 novembre 1889 i due presentarono il primo apparecchio al Palais Royal Saloon di San Francisco. Il fonografo con qualche monetina permetteva a più persone di ascoltare una canzone attraverso quattro tubi in stile stetoscopio (bastavano 5 cent per poter sentire la musica!).

Il primo vero fonografo venne realizzato invece dalla Ami, con un anticipo di ben tre anni sul resto delle fabbriche: questo avrebbe potuto garantire un vantaggio anche successivo, ma la leadership dell’azienda si affermò solo nei mercati europei. Come spesso accade, il jukebox iniziava a sostituire un altro apparecchio: il pianoforte automatico, funzionante a moneta, che sfigurava accanto al nuovissimo jukebox. 

Presto le grandi case di produzione dovettero cercare dei modi per svettare sulle altre, come la possibilità di selezionare dischi diversi, o la forma ad arco della sommità, introdotta nel 1940, o ancora l’aspetto accattivante perché illuminato. La Wurlitzer divenne presto la marca leader nel settore per alcune scelte particolarmente vincenti, come produrre un mobile universalmente adattabile a tutti i modelli, o proporre il jukebox come dispensatore di divertimento attraverso fotografie di ragazzi che vi ballavano davanti: questo atteggiamento si adattava benissimo alla febbre del dopoguerra in America. 

La concorrenza fu spietata e senza esclusione di colpi: fu la Seeburg a rilanciare producendo un jukebox capace di contenere 100 dischi, cinque volte il numero dei jukebox visti fino a quel momento.

Come ogni apparecchio elettronico, anche il jukebox conobbe il suo declino già negli anni ’70, nonostante dei ritorni molto vivaci dovuti ai jukebox a dischi compatti tra gli anni ’80 e gli anni ’90, e i jukebox digitali. Nonostante il passare degli anni, sono rimasti senza dubbio un simbolo di vivacità, socialità e divertimento.

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