HUNKY DORY: come David Bowie trovò la sua voce

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Il 17 dicembre 1971, David Bowie pubblicava HUNKY DORY con la RCA. Si trattava di un punto di svolta, e retrospettivamente uno dei migliori album di Bowie. Con HUNKY DORY, il cantante trovava la sua voce.

Mai come con HUNKY DORY Bowie era arrivato vicino al successo. Il precedente album, THE MAN WHO SOLD THE WORLD, aveva iniziato a creare attorno a Bowie mito e leggenda. Ma la vera rivelazione iniziò un anno dopo, con una serie di novità: il primo album per la nuova etichetta (RCA), il primo disco prodotto da Ken Scott, il primo a includere la band che sarebbe diventata The Spiders Form Mars, il primo a includere la miscela ambigua di glam, pop e folk tipica di Bowie per come lo ricordiamo.

Se pensiamo al rock intenso di THE MAN WHO SOLD THE WORLD, è evidente una differenza essenziale nel sound. Con HUNKY DORY, Bowie cercò un sound più caldo e melodico. L’artista iniziò a lavorare all’album nell’estate del 1971, e in tre mesi lui e la sua band avevano messo a punto una dozzina di brani. Undici passarono il vaglio e vennero pubblicati alla fine dell’anno. Con Changes, il brano di apertura, Bowie racconta la natura artistica e il bisogno compulsivo di cambiare e reinventarsi.

Ma anche con Oh! You Pretty Things e Quicksand Bowie rivela le riflessioni sull’occultismo e la filosofia nietzschiana. Lo stile della prima venne confrontato con Martha My Dear dei Beatles, mentre il testo, con espressioni come “the golden ones”, “homo superior”, è un chiaro riferimento alla teoria del Superuomo di Nietzsche. Uno dei brani più amati di HUNKY DORY è senza dubbio Life on Mars, descritto come una ballata e riferimento alla competizione tra USA e URSS per raggiungere per primi il pianeta rosso, Marte.

Se HUNKY DORY non rese Bowie una star, lo fece notare. E con THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS, l’anno seguente, l’album trovò un pubblico maggiore. Con l'avvento di Ziggy, Life on Mars venne ripubblicato come singolo, e raggiunse la top 3 del Regno Unito. Ed è vero che retrospettivamente questo album sembra il presagio di qualcosa di grande: l’inizio di Bowie per come lo ricordiamo. Qui nacque Ziggy Stardust, qui il futuro di David Bowie.

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