L’ultimo palco di Leonard Cohen

leonard cohen

Il 12 dicembre 2013 la voce di Suzanne risuonava per l’ultima volta. L’occasione fu il palco di Auckland, in Nuova Zelanda, parte dell’Old Ideas World Tour.

Era un tour ambizioso, che prevedeva oltre un anno di tappe in Europa, Nord America e Oceania. Leonard Cohen si sarebbe esibito per la prima volta con brani del suo ultimo album (solo Darkness era stata portata in concerto prima): Amen, Come Healing, Going Home, Different Sides, Crazy to Love You, Banjo e Anyhow divennero regolari negli show.

Auckland era la tappa finale del tour. Quella notte, Cohen aprì il concerto con una promessa: “Stasera, specialmente stasera, vi daremo tutto ciò che abbiamo”. E cantò davvero al meglio, lasciando da parte effetti speciali, costumi di scena e tutto il resto. Solo, come lo ricordiamo, l’uomo e la musica. Quella notte, come disse lui, la platea fu sua amica: e a lei Cohen cantò in ginocchio.

I grandi classici si fecero strada tra i brani più recenti, in un misto di sorpresa, emozione del primo ascolto e nostalgia. Perché Suzanne, Hallelujah, Tower of Song non potevano che generare nel pubblico ricordi intensi e ormai lontani. Un altro modo con cui Leonard Cohen riusciva a far innamorare di sé i fan, sempre più incantati man mano che la notte si allungava, senza sapere che stavano assistendo all’ultima esibizione di Leonard Cohen.

Ad un certo punto, una tastiera venne portata di fronte a Cohen, che si scusò per la poca digitalizzazione dello strumento. Ma, come disse lui, quel suono raccontava un tempo passato, più gentile. Ed è così che quella notte vive nei ricordi di chi c’era.

Alla fine, dopo una serie quasi infinita di standing ovation e quattro ritorni sul palco, Cohen si congedò dal pubblico ringraziandolo per aver ascoltato le sue canzoni in tutti quegli anni. E chiuse con queste parole:

Guidate prudentemente a casa, non prendetevi un raffreddore. Che possiate essere circondati da amici e famiglia per ogni giorno della vostra vita… altrimenti, Dio vi benedica nella vostra solitudine.

Con un inchino profondo, il cappello tra le mani, un salto giù dal palco, Leonard Cohen salutava così per l'ultima volta un pubblico che lo amò profondamente. 

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