Billie Holiday: tutte le curiosità sul suo biopic

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La talentuosa cantante dalla gardenia bianca sui capelli approda sulla piattaforma Hulu, distributrice del nuovo film in suo onore firmato da Lee Daniels. Una narrazione più che attuale sul controverso processo del 1947 e la cruda realtà razzista di un'America non troppo lontana da quella di oggi. 

Si intitola The United States vs. Billie Holiday il film diretto, prodotto e co-sceneggiato da Lee Daniels (Precious, The Butler, The Paperboy). Un regista già rodato, che indaga nuovamente il tema del razzismo ponendo in prima linea il volto e la voce inconfondibile di Billie Holiday. Ad interpretarla la cantante R&B Andra Day, nominata a un Grammy nel 2016 e per la prima volta sul grande schermo. Sarà lei a condurre le fila di un film originalmente sotto la distribuzione della Paramount Pictures, poi acquistato dalla piattaforma digitale Hulu e programmato per il 26 febbario 2021

La pellicola si basa sulla trasposizione del romanzo Chasing the Scream: The First and Last Days of the War on Drugs(2015) dello scrittore e giornalista Johann Hari. Sulla sceneggiatura prenderà invece la penna la drammaturga Premio Pulitzer Suzan-Lori Parks, offrendo un ritratto toccante, forte e inedito sull'iconica Billie Holiday. Ma a destare l'attenzione del film è un evento particolare della vita della cantante: il controverso processo per detenzione e uso di droga del 1947. La natura offuscata e ambigua di tale evento riposa infatti in un più ampio contesto socio-culturale americano, vittima del razzismo d'altri tempi, ma mai più attuale nella contemporaneità.

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Così nel 1939 Billie Holiday pubblicava una canzone talmente vera da essere rifiutata dalla sua casa di produzione e dalle emittenti statali. Si tratta della celeberrima Strange Fruitil cui titolo particolare rimanda ai corpi dei cittadini neri impiccati agli alberi negli stati del Sud dell'America. Un'immagine orrorifica, ma tremendamente storica, che i poteri forti volevano ostacolare nella diffusione mediatica, nonostante fosse una realtà nota, imperante simbolo di ingiustizia razziale. Una semplice canzone, dunque, fu il campanello d'allarme per attivare il Dipartimento della Narcotici dell'FBI

Ma perché la Narcotici? Perché all'epoca Billie abusava di eroina, che si faceva portare dal fidanzato nascosta nel collare del suo cane. Bastò questo al marmoreo e razzista funzionario Harry Jacob Aslinger, negli anni Trenta ispettore del Bureau Of Prohibition durante il proibizionismo, per lanciare una guerra. Si pensava infatti che la pervasiva e tanto amata musica jazz portasse all'aumento dell'uso di marijuana per apprezzarne al meglio le sonorità in un'ebbrezza dionisiaca. Così, lavorando sulla marijuana, Harry arrivò al consumo di droghe di Billie, mandando il suo unico agente di colore, Jimmy Fletcher, a monitorarla. 

Peccato però che dietro quest'indagine, che porterà Lady Day a scontare un periodo di detenzione disumano in un carcere della Virginia, ci fosse ben altro. Ovvero una solida operazione di silenzio, che voleva offuscare il messaggio razzialmente significativo della cantautrice. Lei, che veniva additata violentemente sul palco e ostracizzata dalle case discografiche, ancora non sapeva che il suo inno, Strange Fruitsarebbe diventato una leggenda. Un messaggio universalmente noto, la cui importanza era stata compresa a pieno dall'agente Fletcher, innamoratosi di Billie

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