5 batteristi che sono diventati i cantanti principali della band

Phil Collins

La storia della musica è ricca di polistrumentisti, in grado di destreggiarsi abilmente con diversi strumenti, tanto da cambiare il loro ruolo da una band all'altra, oppure da intraprendere la carriera da solista. Scopriamone 5 iconici. 

Phil Collins

La fortunata carriera musicale di Phil Collins comincia come batterista dei Genesis. Prima del suo consolidamento nella band si alternano altri due musicisti alle pelli: Chris Stewart e John Mahyew. Ma poi la verve trainante di Collins prende il sopravvento e dopo cinque anni di successi vincenti dei Genesis, tra cui NURSERY CRIME (1971) e FOXTROT (1972), passa alla leadership. Peter Gabriel lascia il gruppo e Collins ne prende le redini, dopo centinaia di audizioni fallimentari ad altri candidati. La sua voce è particolare e al tempo stesso rievoca il timbro di Gabriel. Collins però non può restare dietro la batteria, serve un maggiore avvicinamento allo spettatore per fidelizzarlo e coinvolgerlo. Nel frangente temporale tra anni Settanta e Ottanta l'ex batterista è cantante, compositore e produttore. Poi arriva In The Air Tonight e con esso quel crescendo esplosivo fino al fatidico 1996. Phil Collins lascia i Genesis e si apre una nuova, brillante, strada. 

Dave Grohl 

Prima con gli Scream e poi con i Nirvana, il potenziale di Dave Grohl trasuda dalle sue bacchette. Ma con la morte di Kurt Cobain nel 1994, la batteria diventa un fantasma irriconducibile a un mantenimento strumentale in una nuova band. Così se John "Bonzo" Bonham aveva ispirato Phil Collins, Neil Peart ha dettato la strada per Grohl, che però abbandona lo strumento per diventare il frontman dei Foo Fighters. Tuttavia l'abbandono è solo vincolato alla sua nuova band, dove Dave canta e suona la chitarra, mentre la batteria ritorna in altre collaborazioni, come quella con i Queen Of The Stone Age. C'è quindi quell'amore coltivato e maturato che non può restare sopito, ma deve lasciar spazio alla verve compositiva del cantante, che si dimostra un carismatico e trainante performer.  

Marvin Gaye

Forse non tutti sanno che il celebre cantautore soul Marvin Gaye esordì come batterista negli anni Sessanta. Sin da subito venne affiliato alla Motown, storica casa discografica di Detroit che scrisse le fondamenta di artisti come Stevie Wonder e i Jackson 5. Così Gaye, poco più che ventenne, si destreggiava alla batteria per diversi gruppi soul e R&B, come The Miracles, The Contours e The Marvellettes. Citiamo poi la sua presenza alle percussioni nell'esordio del 1963 di Little Stevie (Wonder) con Fingertips Pt.2. Insomma, un turnista di tutto rispetto e tutto per soli 5 dollari al giorno. Così Gaye agognava alla più soddisfacente carriera da cantante e nel suo primo album solista, di discreto successo, si dava sia al canto che alle pelli. I passi successivi, dai cori di Marta & The Vandellas a una delle sue prime hit, Ain't No Mountaing High Enough sono graduali, ma efficaci e consolidano un'immagine leggendaria che aspira ai suoi idoli: Frank Sinatra e Sam Cooke. 

Don Henley

Colonna portante degli Eagles insieme a Glenn Frey, Don Henley è il batterista cantante per eccellenza. Oltre a essere la voce principale di alcuni dei testi più iconici della band losangelina, come Hotel California Desperado ne è anche il co-autore. Così la storia della band è scritta sulla dittatura benevola dei suoi fondatori e la coppia Frey-Henley viene presto riconosciuta come lo specchio americano di Lennon-McCartney. Possiamo dire che per Henley il passaggio dalla seconda fila alla predominanza scenica del canto è stato più immediato. Tra i suoi primi passi, dopo lo scioglimento degli Eagles nel 1980, si annoverano collaborazioni canore con la sua compagna dell'epoca, Stevie Nicks, per poi intraprendere un percorso più definito. Tra le sue hit più iconiche ricordiamo Dirty Laundry, The Boys Of Summer Sunset Grill. 

Roger Taylor 

Come Dave Grohl, il primo approccio alla musica di Roger Taylor avviene con la chitarra. Tuttavia, già con la sua prima band, The Reaction, capisce che la batteria è la sua strada e, presa confidenza con lo strumento, trova i Queen. L'annuncio richiede un'ibridazione stilistica tra l'energia catalizzante di Ginger Baker, indomito batterista dei Cream e le fattezze più jazz di Mitch Mitchell al soldo dei Jimi Hendrix Experience. Il resto è una storia leggendaria su cui, parallelamente, Taylor ha costruito una carriera da solista, con la sua prima canzone nel 1977, I Wanna Testify Cinque album di buona fattura e una vasta costellazione di brani, che non hanno avuto il successo sperati, offuscati dalla corona dei Queen. Oggi il batterista ha sulle spalle un'invidiabile carriera, ma deve anche fare i conti con la sordità coadiuvata da apparecchi acustici e causata dai dinamitardi livelli acustici dei live. 

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