5 canzoni essenziali del glam rock anni ’70

david bowie

Tra surrealismo, illusione e metamorfosi, il glam rock dona all'artista un'ipnotica maschera sul palcoscenico. L'ostentazione e l'adorazione scrivono la storia di icone come David Bowie, Marc Bolan e Alice Cooper. Scopriamo 5 canzoni essenziali. 

T. Rex, Hot Love (1971)

I T. Rex (Tyrannosaurus Rex) descrivono alla perfezione l'aura glam rock. Così il loro carismatico frontman, Marc Bolan, incanta seducente il pubblico, con una corona di capelli ricci e uno stile unico. Lui è il Cavaliere Elettrico che nomina il secondo album della band, ricco di perle come Cosmic Dancer e Bang A Gong (Get It On). All'inizio del 1971, il brano Hot Love battezza l'estetica glam con una memorabile performance allo show televisivo Top Of The Pops. I glitter come lacrime sotto gli occhi sono solo l'inizio di un'epopea artistica in cui la musica è libera espressione personale

David Bowie, Queen Bitch (1971)

David Bowie è il glam rock e la sua portata artistica è talmente simbolica da rendere impossibile circoscriverla in un'unica canzone. Ma prima del viaggio intergalattico di THE RISE AND FALL OF ZIGGY STARDUST AND THE SPIDERS FROM MARS (1972), c'è una chicca del 1971 che accoglie l'eredità di Bolan e rifonda una nuova mitologia. Si tratta di Queen Bitch, che poi verrà ripubblicata nel 1974 sul lato B di Rebel Rebel ed è un inedito omaggio ai Velvet Underground di Lou Reed. Così Bowie innesca un gioco di seduzione e ammiccamenti, sulla concatenazione di gergalità della comunità omossessuale di Greenwich Village, New York. 

Alice Cooper, School's Out (1972)

La teatralità e l'imponenza scenografica sono le parole d'ordine per cogliere l'estetica di Alice Cooper. Eterno idolo dei figli dell'heavy metal, Cooper affonda le sue radici in sonorità hard rock/blues, rivoluzionandone l'assetto in un'ottica glam. Il suo cappello a cilindro, affacciato su un volto slabbrato dal trucco pesante, è un'icona. Nel 1972 il suo quinto album, SCHOOL'S OUT, è guidato da una title track d'eccezione, dinamitarda, coinvolgente e fondativa per il grido di liberazione di una generazione studentesca. Non a caso il brano verrà spesso eseguito insieme alla costituzionale Another Brick In The Wall dei Pink Floyd.

Mott The Hoople, All The Young Dudes (1972)

I Mott The Hoople sono una creatura musicale ibrida. Devoti amanti di Bob Dylan, i musicisti inglesi affondano però le unghie tra hard rock e proto punk, ispirandosi anche ai contemporanei New York Dolls. Così nel 1972, al soldo di quattro album che non hanno svettato, i Mott The Hoople accolgono il magico aiuto del Duca Bianco. Quest'ultimo scrive per loro All The Young Dudes. E la vena fantascientifica della penna di Bowie trova accoglienza in un giovane pubblico che vive di trasgressione e inneggia a una sensualità conturbante. 

Slade, Cum On Feel The Noize (1973)

E un altro Cappellaio Matto della sinergia glam rock è Noddy Holder, voce di Cum On Feel The Noize. Forse il brano è conosciuto dai più con la cover che ne fecero i Quiet Riot nel 1983, non particolarmente amata dal loro frontman, Kevin Dubrow. Tuttavia il pezzo è un paladino del vocabolario glam anni Settanta, tratteggiato dall'estetica carnevalesca degli Slade. Così la band di Holder osa, sfoggia, si diverte e detta le fondamenta di un'iconica impalcatura stilistica.

 

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