A volte nemmeno gli eroi dovrebbero incontrare mai i propri idoli. Eddie Van Halen imparò la lezione quando mandò Eric Clapton su tutte le furie.
Ad un primo sguardo potrebbe sembrare l'incontro più sensazionale nella storia del rock, ma non fu così. Quando la giovane stella americana della chitarra, Eddie Van Halen, decise di osservare un tributo ad Eric Clapton, quest'ultimo si sentì offeso dal gesto, in cui era coinvolto anche il collega Brian May. Ciò che destò l'ira di Slowhand fu lo STAR-FLEET PROJECT, un mini-album, voluto dal chitarrista dei Queen che, tra le altre cose, invitò Eddie Van Halen a prendervi parte. May volle rivisitare la colonna sonora di Star Fleet, uno show inglese per ragazzi molto famoso. Il chitarrista scelse, poi, di aggiungere due tracce, tra cui Blues Breaker, con accanto un tag: "Dedicato ad Eric Clapton".
Le parole di May sullo STAR FLEET PROJECT
Il disco uscì il 31 ottobre del 1983, ma nel corso di un'intervista rilasciata da Brian May nel 2020, il chitarrista ebbe modo di riflettere dettagliatamente sul progetto: "All'epoca eravamo tutti arrivati ad un punto in cui potevamo vivere di musica. Lavoravamo sodo in studio con le nostre rispettive band, era la nostra occupazione. In quell'occasione, però, ci sentimmo solo come un gruppo di amici riunitosi per suonare, il risultato sarebbe stato solo un bonus. Fu un'esperienza gioiosa e senza pressione, solo ricca d'adrenalina. Ci divertimmo molto, provammo sensazioni stupende e io non smettevo di sorridere".
Pare che i problemi siano arrivati quando una copia del disco fu recapitata ad Eric Clapton, nella speranza che fosse contento del lavoro fatto. Purtroppo non fu così.
Nel corso di un'intervista rilasciata da Slowhand nel 1986 al magazine Musician, l'artista disse: "Un lato mirava alla fusion ed era molto interessante, meraviglioso da ascoltare, mentre l'altro era un jam blues orribile. La dedicarono a me e mi mandarono una copia. La misi sul giradischi aspettandomi qualcosa di buono, ma mi sentii quasi insultato da quel disco. Nessuno dei due riesce a suonare bene, si scambiano gli assoli e non fanno altro che mostrare tutto ciò che sanno fare, senza dinamica, feeling o costruzione alcuna. Fui molto deluso". May spiegò, in separata sede, che fu la forte chimica tra lui e Van Halen a spingerli sempre oltre nei soli.
Cosa pensava Eric Clapton di Van Halen?
Nel corso della stessa intervista, Eric Clapton rivelò ciò che pensava di Eddie Van Halen, spiegando che, secondo lui, aveva imparato da lui le lezioni sbagliate e, soprattutto, si era focalizzato troppo soltanto sul suo modo di suonare. Andando avanti con il colloquio, poi, Slowhand suggerì al giovane Eddie di espandere il suo spettro di influenze, in modo da poter migliorare in maniera significativa il suo playing. Stando a un'intervista che Eddie rilasciò a Guitar World nel 1992, egli seguì il consiglio del suo mentore, dicendo: "Negli ultimi cinque o sei anni non sono stato focalizzato su un solo chitarrista. Mi piacciono tutti. Ascolto Jeff Beck e Ritchie Blackmore con molto piacere. In ogni caso, Eric Clapton rimarrà la mia massima influenza, amo il suo modo di suonare, così morbido e ricco di feeling".