David Bowie: il vero significato di “The Jean Genie”

Fu il singolo di punta del sesto album in studio di David Bowie: ALADDIN SANE del 1972. Da allora, The Jean Genie è al centro di accesi dibattiti riguardanti il suo misterioso significato.

Il Duca Bianco ha sempre descritto la traccia come un conglomerato di simbolismi americani. The Jean Genie nacque, applicativamente, nel corso di una jam che ebbe luogo sul tour bus di Bowie, quando Mick Ronson ideò l’iconico riff che la contraddistingue nella strumentale. David incise il brano a New York, dove trascorse del tempo con la collaboratrice di Andy Warhol Cyrinda Foxe. The Jean Genie sarebbe stata, per certi versi, dedicata proprio alla donna, stando alle dichiarazioni di Bowie: “L’ho scritta per darle piacere nel suo appartamento”.

La storia di The Jean Genie

Bowie si è sempre riferito a The Jean Genie come la sua “prima canzone newyorkese”. Sin dall’uscita, la traccia è diventata un vero cult, soprattutto grazie alla misteriosa figura di cui il testo racconta. Al tempo, Bowie si ispirava a diverse persone, inclusa Foxe e l’icona del punk Iggy Pop. Nel primo verso, Bowie introduce il personaggio facendo dei giochi di parole riferiti all’artista sopracitato e al suo periodo negli Stooges, mentre i riferimenti a Marylin Monroe evidenziano la vocazione Americana dell’opera. Nel ritornello, Bowie allude a Genet, autore francese che ispira anche il titolo, e Pop, unendoli in un’unica figura in grado di impersonare le più trasgressive caratteristiche dell’arte dell’epoca. Le allusioni sono costanti, sia al sopracitato Iggy Pop che alla cultura di massa statunitense. In poche parole, la traccia incapsula tuti gli archetipi mitici che hanno costituito le rockstar degli anni d’oro, riflettendo, allo stesso tempo, sulle condizioni della società consumistica che, negli Stati Uniti, trovò il suo porto più sicuro.

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