Come è cambiato il sistema della riproduzione musicale?

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Scordatevi vinili, cd o concerti, i parametri di successo ora sono altri: stream e visualizzazioni sono la discriminante per determinare il successo di un artista oggi.

Le piattaforme di streaming musicale non sono sbocciate da un giorno all’altro, hanno una storia intrigante e abbastanza complessa. Ricordate Napster, il servizio di condivisione di file che faceva impazzire le case discografiche? Bene, il suo tumultuoso debutto ha aperto la strada a un nuovo modo di fruire della musica online. Nonostante i problemi legali che hanno afflitto Napster, è così che il concetto di distribuzione digitale della musica ha cominciato a guadagnare terreno.

Con il passare del tempo, iTunes di Apple ha rivoluzionato il settore offrendo brani musicali a pagamento e soprattutto legali. Ma, in realtà, è stato il più recente Spotify a sconvolgere davvero il panorama: nel 2008, ha introdotto il modello "freemium", che permetteva agli utenti di ascoltare musica gratuitamente con pubblicità o di pagare per un'esperienza priva di interruzioni pubblicitarie. Questo approccio ha attirato milioni di utenti, aprendo la strada a un'era di streaming musicale in cui la comodità e l’immediatezza regnano sovrane.

Da allora, il mondo dello streaming musicale è cresciuto in modo esplosivo: nel 2021, Spotify ha raggiunto la cifra incredibile di 345 milioni di utenti attivi mensili, mentre Apple Music ha raggiunto oltre 60 milioni di abbonati. Queste piattaforme non solo offrono un accesso senza precedenti alla musica, ma hanno anche cambiato il modo in cui gli artisti distribuiscono la loro musica - e soprattutto il modo in cui poi vengono retribuiti in termini di denaro.

Per guadagnare un solo euro, oggi gli artisti devono superare il centinaio di ascolti, in altri casi, addirittura superare i 500. Il cambiamento più significativo nel mondo della musica per determinare il successo di un nuovo (o vecchio, come nel caso di Kate Bush dell’anno scorso) artista è la riproduzione digitale: che si tratti di stream su Spotify, Apple Music, ascolti su YouTube o via TikTok oppure Instagram, è proprio questa fruizione digitale del brano che oggi fa la differenza. Ma cosa cambia da una all’altra piattaforma?

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Nell’articolo pubblicato da ExpressVPN che potete leggere qui, troviamo un’accurata fotografia per quanto riguarda i guadagni delle pop-star più in voga in Italia, con focus sugli aspetti che di solito non sono proprio di dominio pubblico. Se prima, gli incassi di un artista provenivano - con i limiti contrattuali del caso - principalmente dalla vendita di album, biglietti per gli show o il merchandising, oggi gli album possono essere ascoltati in certi casi gratuitamente (come su YouTube o Spotify, con il compromesso degli ADV), oppure abbonandosi alla piattaforma di streaming. Sono le stesse piattaforme poi a pagare gli artisti per visualizzazione o stream

Le piattaforme di streaming più popolari tra gli appassionati di musica includono Spotify, che al febbraio 2023 vanta una straordinaria base di 44,4 milioni di abbonati. A seguire, Apple Music con una solida presenza di 32,6 milioni di iscritti, e Amazon Music, che registra 29,3 milioni di fedeli utenti. Rafforzando la top five, ci sono anche YouTube Music, con 8,5 milioni di abbonati, e Pandora, che conta su 2,4 milioni di appassionati. 

Ciascuna delle piattaforme ha regole diverse per remunerare gli artisti, e sebbene per tutti sia prevista una prova gratuita, la quota di iscrizione di noi utenti rimane intorno ai 9,99€ (o 4,99€, offerta dedicata agli studenti che utilizzano Apple Music e Spotify). Ma quanto guadagnano gli artisti? L’insight pubblicato da ExpressVPN ci propone una classifica su quali siano le piattaforme di streaming più remunerative: per guadagnare 1€, al primo posto si posiziona AppleMusic, che prevede 112 stream (del valore di 0,09€ l’uno); di contro, in ultima posizione troviamo Spotify, che offre solo 0,003€ per ogni stream, richiedendo quindi 334 riproduzioni per raggiungere l'obiettivo di un euro.

L’approccio al mondo della musica, soprattutto negli ultimi 20 anni, è cambiato in modo radicale, ma questo non è necessariamente una cosa negativa. L'accesso istantaneo a un'enorme varietà di brani e la possibilità di scoprire nuovi talenti sono diventati il nuovo normale. Siamo passati dai vinili e dai CD alle playlist online e ai video virali, ma una cosa è certa: la musica continua a essere una forza potente che ci unisce e ci emoziona. Quindi, che siate fan dei vecchi vinili o dei nuovi stream, godetevi la vostra musica e preparatevi a essere sorpresi da cosa ci riserverà il futuro musicale!

 

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