E’ cominciato il Festival di Sanremo, e si sono esibiti tutti e 30 gli artisti in gara. Tra le gag poco riuscite di Zlatan Ibrahimović, quelle spassose di Fiorello, la redazione di Stonemusic (stasera con potere di voto!) si è concentrata sulla musica, e dalla sala stampa del Roof direttamente dentro l’Ariston, ci da i propri voti.
CLARA – Diamanti grezzi (5 1/2). Lei bella (bellissima a dir la verità), ma convincente a tratti. Forse un diamante troppo grezzo. Pazzesca la produzione del brano, molto contemporanea.
SANGIOVANNI – Finiscimi (7). Rispetto a brani precedenti dell’artista, qui ritroviamo un Sangiovanni meno incisivo ma forse più maturo. Piace molto il suo atteggiamento “scazzato” e apparentemente disinteressato rispetto alla gara… forse troppo però?
FIORELLA MANNOIA – Mariposa (8). Si presenta sul palco con un abito preziosissimo ma scalza: un ossimoro che si avverte anche nel brano che propone, fatto di contrasti. Una Fiorella nuova che ci piace. Standing ovation meritatissima.
LA SAD – Autodistruttivo (7). Bene, molto forti. Certo però che un gruppo punk accompagnato dall’orchestra tutta leccata da Sanremo non fa troppo “fuck the system”… dove sono finiti i Sex Pistols?
IRAMA – Tu no (7). Mi ha convinto di più l’esibizione live che la versione registrata. Resta il fatto che questa voce impostata di Irama a me non convince troppo, mi sembra eccessivamente artefatta.
GHALI – Casa mia (5 1/2). Il testo con poca fantasia gioca sui soliti cliché cari alla trap: la periferia degradata (quale poi?), le sparatorie, il disagio. Film divertente ma stravisto.
NEGRAMARO – Ricominciamo tutto (7). Rivederli fa un po’ effetto “2010”. Brano però buono che avrà un successo anche oltre il Festival.
ANNALISA – Sinceramente (8 1/2). Fortissima, nuovo tormentone radiofonico.
MAHMOOD – Tuta gold (8 1/2). Fa centro di nuovo con un brano tutto da ballare. Otterà un ottimo piazzamento in questo Festival, ma gli basterà questa performance per vincere anche stavolta?
DIODATO – Ti muovi (7 1/2). Brano molto fine, ben calibrato, testo ottimo (Diodato scrive benissimo e lo sappiamo). Una canzone che merita più ascolti per essere compresa. In generale, anche rispetto a “Fai rumore” (con la quale aveva vinto il Festival 2020) è meno immediata.
LOREDANA BERTE’ – Pazza (8). Ottimo brano, graffiante. Ritornello fortissimo, super orecchiabile, entra subito in testa e garantirà a questo brano un grande successo radiofonico. Già una hit.
GEOLIER – I pe’ me, tu p’ te (5). Mio nonno era uno di poche parole, ma, durante un festival degli anni 90, davanti a una canzone in napoletano, disse: “Ma Sanremo è il festival della canzone italiana, non napoletana”. Ecco.
ALESSANDRA AMOROSO – Fino a qui (6 1/2). Brano tipicamente “da Amoroso”, otterrà un ottimo successo, ma a me non ha convinto particolarmente. Non ci sono elementi d’innovazione, il testo non è particolarmente travolgente, lei non particolarmente empatica (nonostante ci provi).
THE KOLORS – Un ragazzo una ragazza (8). Siamo di fronte a uno di quei tormentoni talmente tormentoni che potrebbero stufare subito. Però così, al primo ascolto, fa ballare e si incolla subito in testa.
ANGELINA MANGO – La noia (7 1/2). Brano molto interessante, costruzione originale. Ad un secondo ascolto convince di più.
IL VOLO – Capolavoro (4). Dobbiamo commentare?
BIG MAMA – La rabbia non ti basta (6). Sicuramente brava, sicuramente interessante, ma quest’anno la concorrenza è troppo agguerita.
RICCHI E POVERI – Ma non per tutta la vita (7,5). Iconici, oltre il tempo.
EMMA – Apnea (9). Una Emma diversa, con un brano dalla produzione super contemporanea. Molto convincente. Merita senz’altro il podio.
RENGA NEK – Pazzo di te (5). Sanno di due artisti con due storie rilevanti ma che non sono riusciti ad adattarsi ai tempi. Tentativo apprezzabile, ma il risultato… meno.
MR RAIN – Due altalene (6 1/2). Tutti i pezzi al posto giusto. Però non è nulla di nuovo, assomiglia molto nelle intenzioni e nell’intensità al brano dello scorso anno.
BNKR44 – Governo punk (6+). Bravi, bel ritmo, convincenti. Hanno però di fronte competitors molto più forti e prestanti.
GAZZELLE – Tutto qui (8). Al secondo ascolto mi è piaciuta ancora di più. Però, storicamente, artisti e brani marcatamente “indie” non funzionano troppo per il pubblico di Sanremo. Bel brano ma probabilmente farà fatica a scalare la classifica in questo contesto.
D’ARGEN D’AMICO – Onda alta (7 1/2). Spassoso, irriverente. Brano destinato al successo, soprattutto radiofonico. A Sanremo credo si piazzerà a metà.
ROSE VILLAIN – Click boom (7). Esordiente con un brano sorprendente. La strofa sembra introdurre ad un ritornello completamente diverso e invece… boom, sorpresa!
SANTI FRANCESI – L’amore in bocca (7). Buon esordio a Sanremo per il duo reduce da X-Factor.
FRED DE PALMA – Il cielo non ci vuole (7+). Nuovo tormentone? Non tanto, ma il brano è bello, ben costruito, entra subito in testa.
MANINNI – Spettacolare (6). Bel brano d’amore pop, ben costruito, molto (troppo?) tradizionale. Super sanremese. Nella seconda metà della classifica.
ALFA – Vai (5). Ha una sua fan base affezionata ma questa proposta è molto debole per questo Sanremo. Peccato.
IL TRE – Fragili (5). Orecchiabile ma non va oltre. Testo e produzione non sono particolarmente originali. Anzi, fin troppo consueti e tradizionali.