Addio a Kris Kristofferson: un’icona tra musica, cinema e impegno sociale

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Kris Kristofferson (1936-2024) ci ha lasciati. A 88 anni, se n’è andato un altro gigante della musica con cui siamo cresciuti, un tassello insostituibile del panorama culturale.

Parlare solo di musica, però, è riduttivo: Kris Kristofferson è stato molto più di un cantante e cantautore. La sua carriera ha abbracciato non solo melodie indimenticabili ma anche il grande schermo e un impegno sociale che lo ha reso una figura unica nel panorama artistico americano.

Musicalmente, non possiamo non menzionare "Me And Bobby McGee", la sua canzone più celebre, diventata immortale anche grazie all’interpretazione di Janis Joplin. Ma la discografia di Kristofferson è costellata di successi: da "Sunday Morning Coming Down" a "Help Me Make It Through The Night", passando per "The Silver Tongued Devil And I" e "Why Me". Anche se non sempre eseguite da lui, queste canzoni hanno trovato spazio nel repertorio di artisti leggendari come Johnny Cash ed Elvis Presley, amplificando ulteriormente il suo impatto nella storia della musica.

La vita di Kristofferson non è stata solo palco e riflettori. Prima di raggiungere il successo, ha prestato servizio nell’esercito in una base NATO in Germania. Solo successivamente ha intrapreso la lunga gavetta musicale, che lo ha portato a conquistare sia le scene musicali che cinematografiche. Kristofferson è infatti stato anche un attore di grande spessore, regalando performance iconiche come in Convoy di Sam Peckinpah, dove ha interpretato il camionista Martin "Anatra di gomma" Penwald.

In Italia, Kristofferson è forse più noto per i suoi ruoli cinematografici, da Cisco Pike a Billy The Kid in Pat Garrett & Billy The Kid di Sam Peckinpah, senza dimenticare la rockstar alla deriva in È nata una stella (1976). La sua carriera musicale e cinematografica sono sempre state indissolubilmente legate, con un equilibrio raro tra queste due arti; anche nella vita privata, l'incontro con l'artista Rita Coolidge, con la quale ha formato un duo canoro di successo, ha influenzato la sua carriera, sebbene dopo la loro separazione sia tornato a essere un solista di successo e abbia dato vita al supergruppo degli Highwaymen insieme a Johnny Cash, Willie Nelson e Waylon Jennings.

Kristofferson non è stato solo un artista, ma anche un convinto progressista. Nel 1979 si esibì a Cuba, al festival del Teatro Karl Marx, un evento unico che lo vide accanto a giganti come Stephen Stills e i Weather Report. Quest'anima ribelle e impegnata si è riflessa anche nel suo abbigliamento, come quando, nel 1996, a Lagundo in Italia, indossava una t-shirt con la scritta "Free Leonard Peltier", a sostegno del leader nativo americano.

Sebbene la sua produzione musicale si fosse diradata negli ultimi anni, Kristofferson ha continuato a sorprenderci. L'album The Austin Sessions (1999) ha dimostrato che la sua voce aveva ancora molto da offrire, mentre l'ultima uscita discografica, un live d'archivio registrato al Gilley’s di Pasadena nel 1981 e pubblicato nel 2022, ci ha regalato un'ultima testimonianza della sua grandezza.

Ci mancherà Kris Kristofferson, sia nei panni dell’attore che nei ruoli musicali, ma soprattutto come figura di riferimento di un’epoca che sembra sempre più lontana. Lo ricorderemo sul palco, come al tributo per Bob Dylan, quando consolò Sinead O’Connor fischiata dal pubblico, o durante la sua ultima esibizione pubblica, lo scorso anno, tremolante accanto a Rosanne Cash per il 90° compleanno di Willie Nelson.

A qualcuno mancherà l’attore, ad altri il cantautore, ma a tutti noi mancherà l'uomo che, con la sua musica e il suo impegno, ha segnato profondamente il nostro tempo.

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