The Animals: 6 brani oltre “The House Of The Rising Sun”

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Il debutto dei britannici Animals, nel 1964, porta con sé una delle canzoni dal timbro più riconoscibile e amato nel rock. Ma la blues band di Newcastle è autrice di altre perle anni Sessanta: eccone 6. 

Don't Let Me Be Misunderstood

Originariamente interpretata dalla calda e profonda voce di Nina Simone nel 1964, Don’t Let Me Be Misunderstood arriva presto tra le fauci degli Animals. Così, nel 1965, la band di Newcastle capitanata dal cantante Eric Burdon, rivisita il pezzo malinconico e struggente della Simone per trarne un brano blues rock dal piglio travolgente. La novità è data dall’accelerazione del ritmo, impreziosito dalla chitarra elettrica di Hilton Valentine e dall’organo di Alan Price. Il sound è così solenne da essere utilizzato anche da Quentin Tarantino come colonna sonora del suo cult Kill Bill Vol.1, seppur nella versione del 1977 dei Santa Esmeralda.

We’ve Gotta Get Out Of This Place

L’annata del ’65 incornicia anche un altro singolo di successo degli Animals, We’ve Gotta Get Out Of This Place. E il titolo del brano, scritto da Barry Mann e Cytnhia Weil, introduce un inno di libertà e fuga. Tra le righe si legge la frustrazione dei giovani lavoratori delle acciaierie di Pittsburgh e di coloro che sono mandati sul fronte vietnamita a combattere una guerra in cui non credono. Questa è la forte carica evocativa che rivive tra le dinamiche linee di basso di Chas Chandler, colui che scoprirà Jimi Hendrix.

It's My Life 

Tra i compositori di musica che, negli anni Sessanta, conquistano la scena newyorkese, c’è anche Brill Building. Attorno alla sua figura si crea una cerchia di songwriter tra cui emergono Carl D’Errico per la musica e Roger Atkins per i testi, autori di It’s My Life, nel 1965. Così sulla frase del ritornello È la mia vita e farò quello che voglio”, Burdon canta la fine di una relazione, in cui emerge però anche il suo desiderio di indipendenza. Il coro è potente, l’interazione strumentale vulcanica e nel 1977 Bruce Springsteen interpreterà il suo personale omaggio al brano, riflettendo sul suo rapporto tra lui e il padre durante l’adolescenza.

Bring It On Home To Me

Con 10.346.399 riproduzioni su Spotify, Bring It On Home To Me è una ballad che conquista in ogni epoca con il suo tocco pop e R&B. E quest’ultimo appartiene allo spirito artistico del suo originale autore e interprete, Sam Cooke, che pubblicò il singolo nel 1962, cambiando per sempre la storia della musica. Lo dimostra l’inserimento del brano tra le 500 canzoni della Rock And Roll Hall Fame che hanno dato forma al rock ‘n roll. E noi stessi lo percepiamo ascoltando la versione degli Animals, fedele a quella di Cooke e per questo di una bellezza senza tempo. 

Don't Bring Me Down

I New York Dolls e Tom Petty & The Heartbreakers hanno nel loro curriculum una cover di questo pezzo del 1966. Si tratta di Don’t Bring Me Down, composta da Gerry Goffin e Carole King, consolidando un percorso discografico ben definito degli Animals, che li vede rarissime volte comporre i loro brani. Tuttavia, ancora una volta la canzone diventa una hit, con tanto di posizione n.10 in Gran Bretagna e posizione n.20 negli Stati Uniti. Tra soul e un incipiente assaggio di garage rock, il nuovo lancio della band con il batterista Barry Jenkins è un successo.

I Put A Spell On You 

Il titolo di questo affascinante brano non è sconosciuto alla memoria collettiva per una serie di celebri cover realizzate in suo onore, come quella di Annie Lennox. Anche gli Animals si rendono portavoci di un pezzo altrui, interpretato prima di loro dall'amica Nina Simone. Tuttavia l'autore originario è Screamin' Jay Hawkins, la cui I Put A Spell On You viene reintepretata nell'album ANIMALISM, del 1966. E il respiro sussurrato del brano, unito all'atmosfera gotica, abbraccia a pieno lo stile della band. 

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