La musica a “luci rosse” arrivò anche in Italia e non risparmiò nessuno: dagli artisti più sconosciuti a quelli più noti. Ecco come e quando nacque
L’esordio della nostra discografia XXX non fu affatto semplice. Per quasi tre anni le musiche più stuzzicanti rimasero confinate nei cinema a luci rosse, qualcuno avvistò giusto qualche singolo osé nei mercatini rionali (vedasi Buonanotte Amore di Grace per la Auredi in cui l’artista appare nuda in copertina), Mina affondò appena qualche stoccata, e fu solo dal 1973 che il diffondersi del permissivismo underground spronò qualche autore più in vista a sbilanciarsi.
Lo fecero Maurizio Monti e Giovanni Ullu scrivendo per Patty Pravo la gettonatissima Pazza Idea, Enrico Riccardi, già autore di Zingara, firmando per Loredana Bertè le sferzanti S.e.s.s.o. e Parlate di moralità, e mentre nei cinema spopolavano Emmanuelle e Histoire d’O, un ulteriore manipolo di trasgressori diede il via al periodo più vizioso della musica italiana.
Complici: la controinformazione e il pluralismo dei movimenti anti autoritari che permise agli artisti più smaliziati di esprimersi liberamente e a 360°. Tra loro, il ventiduenne bergamasco Ivan Cattaneo nei cui primi vagiti troviamo Darling, spudorata dichiarazione d’amore in dialetto bergamasco e Su, cronaca sin troppo circostanziata di un affaire tra maschi, il fiatista Theodor king Flute al secolo Rosario Sferrazza che con Elle et Elle musicò l’amore saffico, e non ultima l’inossidabile Mina che rimase 19 settimane in classifica con la sinuosa L’importante è finire, scritta per lei da Cristiano Malgioglio e Giampiero Anelli.
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