5 dischi di transizione verso il prog in Italia

Il 1969 è un anno di frontiera. La musica, in modo nuovo, esprime la condizione dei giovani di quella generazione.

Il 1969 è un anno di grande fermento culturale nel mondo. Anche l'Italia risente dei cambiamenti e la musica fa da riflesso a tutto quello che la società sta vivendo nel periodo. Si comincia a respirare una musica nuova, dove la fisicità del rock incontra l’esigenza di nutrire la mente dell’ascoltatore. Sono proprio del 1969 i primi dischi che si avvicinano al prog. Eccone 5.

1. Le Orme, AD GLORIAM

Le Orme pubblicano all'inizio del 1969 il loro primo album, prodotto da Tony Tasinato, con influenze psichedeliche già a partire dalla copertina curata da Luciano Tallarini, piena di "fiori e colori", citando un loro brano. L’unico elemento in comune con il gruppo prog del decennio successivo è la tipica voce in falsetto di Aldo Tagliapietra, autore di tutte le musiche tranne due, Mita Mita (di Luciano Zotti, dedicata a Mita Medici) e Senti l’estate che torna (di Italo Salizzato e Giuseppe Damele).

2. J. PLEP - LA SCALA / L'ANIMA DEL MONDO

Il gruppo rimane uno dei più fulgidi esempi della scena progressive italiana. Di scuola genovese, la band s’impone al 1° Festival d’Avanguardia di Viareggio del 1971 dove si aggiudica la manifestazione eseguendo la suite Come Come Come.

E nel 1969? In effetti, il primo nucleo originale nasce proprio alla fine del decennio precedente con la denominazione PLEP, dalle iniziali dei nomi dei componenti, la cui formazione è infatti composta da Paolo Martinelli, Luciano Biasato, Enrico Casagni e Paolo Siani.

Dopo un breve periodo si aggiunge Giorgio Usai e la ragione sociale muta in J. Plep. Sotto la regia di Gianfranco Reverberi pubblicano un 45 giri per la Carosello, LA SCALA / L'ANIMA DEL MONDO. I due brani sono ancora afflati da inevitabili influenze post-beat ma il vento del cambiamento che sta per sovvertire l’Italia canterina investe anche i J. Plep, che musicalmente (e anche nei testi) sviluppano delle buone trame in entrambi i brani. Il singolo rimane nell’oscurità, ma nel 1970 con l’entrata di Marco Zoccheddu e Claudio Ghiglino, e la nuova denominazione Nuova Idea, tutto cambierà radicalmente.

3. Le Forze Nuove - DENTRO ME / ORA TU SEI QUI

Il quintetto lombardo Le Forze Nuove registra quattro canzoni di provenienza eterogenea: Dentro di me e Ora tu sei qui finiscono su un raro 45 giri, la seconda è la cover di Every Step I Make (Every Move I Make) degli americani Hassles, complesso in cui milita un certo William “Billy” Joel. 

Le Forze Nuove, formate da Ascanio Lanzone, Carlo Simonetti, Gianni Mazza, Marco Tamagni e William Siviero, tutti con interessanti esperienze alle spalle, pubblicano ancora due singoli per la Italdisc per poi sciogliersi abbastanza improvvisamente, senza aver potuto far conoscere appieno le proprie, reali potenzialità, già espresse in questo primo singolo del 1969.

4. Guido Bolzoni - HAPPENING

Guido Bolzoni, che pubblica nel 1969 per la Luv di Bruno Lauzi (distribuita dalla Ariston) l’album HAPPENING, si trasferisce dall'Abruzzo in Lombardia dove si laurea in medicina.

Due anni dopo, come leader del gruppo prog I Numi, inciderà ALPHA RALPHA BOULEVARD; ma già il disco da solista, in controtendenza rispetto alla musica italiana di quel periodo, evidenzia le sue caratteristiche compositive, con testi simbolici e visionari di derivazione dylaniana e musiche che mescolano in un felice connubio psichedelia e folk.

I musicisti che accompagnano Guido, che suona le chitarre e l’armonica a bocca, sono Carlo Perduca al pianoforte, all’organo, alla celesta e alla spinetta, Giorgio Cerasari alla batteria e ai bongos, e Renzo Fontanella (componente degli Idoli di Lucio Dalla) al basso e al flauto, mentre Franco Tadini si occupa della direzione d’orchestra e degli arrangiamenti con Bolzoni. Il disco, distribuito poco e male, è diventato una rarità assoluta.

5. I Quelli - I QUELLI

L'unico album dei Quelli è sostanzialmente una raccolta di brani già usciti con l’aggiunta di alcune registrazioni inedite. Il repertorio dei Quelli è abbastanza eterogeneo, si va da Tommy Roe ai Deep Purple di Hush (ma il brano è del chitarrista americano Joe South), dai 1910 Fruitgum Company agli Aphrodite’s Child di Rain And Tears sino alla coppia tutta italiana Pieretti-Gianco.

Però nel frattempo Mussida, Di Cioccio, Piazza e Premoli stanno crescendo vertiginosamente come musicisti: suonano nei dischi di Battisti e di tanti protagonisti delle classifiche italiane e scalpitano per proporre cose nuove, più in sintonia con le nuove istanze rock che arrivano dall’Inghilterra. Siamo ancora lontani dai fasti della PFM di due anni dopo, ma Pensieri, cover della complessa The Thoughts Of Emerlist Davjack dei Nice di Keith Emerson, è un bell’antipasto di altre musiche possibili.

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