I concerti indimenticabili dei Rush

Gli album live dei Rush sono fondamentali per conoscere a fondo la loro carriera e i loro periodi stilistici. Ma quali sono i migliori?

Nonostante siano solo in 3, una caratteristica che ha reso i Rush una delle band più amate e rispettate del mondo del rock è la capacità di elaborare sul palco l’incredibile tessitura delle loro composizioni. E questo senza l’ausilio di musicisti turnisti, ma solo grazie a un uso complesso e perfezionato nel tempo della tecnologia, applicato all’incredibile abilità tecnica dei protagonisti. Ecco perché i dischi dal vivo hanno un’importanza fondamentale nella carriera del trio, utilizzati come spartiacque per delimitare i confini di periodi stilistici ben definiti.

Il triplo DIFFERENT STAGES – LIVE (1998), con il terzo Cd che documenta un concerto del 1978 all’Hammersmith Odean di Londra, è una sorta di fotografia dell’intera carriera della band.

Nel corso della loro storia, i Rush hanno prodotto numerosi album dal vivo, spesso accompagnati dalla versione video, sempre sfruttando le possibilità offerte dalla tecnologia. Tutti sono di qualità altissima, ma se siete costretti a scegliere, segnatevi 2 titoli: RUSH IN RIO (2003) e R40 LIVE (2015), maestose testimonianze, che soprattutto nelle riprese multi-angolari delle sfarzose edizioni in dvd, documentano l’imponenza scenica, pur in un’apparente semplicità, dei loro spettacoli, al limite della fantascienza, per quanto concerne il sodalizio audio/video.

Inoltre, tutti i live album permettono di godere degli assoli stratosferici di Neil Peart che, barricato dietro il muro dei suoi tamburi, sciorina tecnica, fantasia e innovazione.

E chiudiamo con la segnalazione dei rari album solisti: Alex Lifeson si è concesso il progetto Victor, con cui pubblica l’ottimo VICTOR (1996), dove fa bella mostra la voce di Edwin, cantante dei connazionali Mother Earth. Geddy Lee incide MY FAVORITE HEADACHE (2000), 11 brani più immediati rispetto al canovaccio della band madre. Il compianto Neil Peart, oltre ad alcune collaborazioni, ha pubblicato solo 2 brani fuori dal pianeta Rush: lo strumentale Pieces Of Eight e Pick Up The Pieces

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