Per molti anni l'identità della "strega" rappresentata sulla copertina di BLACK SABBATH è rimasta un mistero. Ecco i retroscena dello scatto.
Qualche mese fa, più precisamente il 13 febbraio scorso, i Black Sabbath hanno celebrato i cinquant'anni dalla pubblicazione inglese del loro album d'esordio, BLACK SABBATH. Ricorre invece oggi il 50° compleanno dell'album nella sua pubblicazione statunitense, avvenuta esattamente il 1° giugno del 1970.
Per festeggiare vi vogliamo raccontare la storia che si cela dietro l'ormai iconica copertina dell'album, che rappresenta una giovanissima modella – la cui identità è stata svelata solo recentemente – nei panni di un'inquietante strega. Eccola in un dettaglio della copertina postato sull'account Instagram ufficiale della band e utilizzato come ironico promemoria diretto ai propri fan sull'importanza del distanziamento sociale durante la fase più acuta dell'epidemia da Coronavirus.
La ragazza in questione si chiama Louisa Livingstone e, nonostante all'epoca avesse solo una vaga idea di chi fossero i Black Sabbath, negli anni si è appassionata alla musica, in particolare a quella elettronica, tanto da arrivare a produrne di propria sotto lo pseudonimo Indreba.
All'epoca dello scatto, Louisa aveva circa diciotto o diciannove anni e faceva la modella. Era stata scelta dal fotografo che si occupò della copertina, Keith Macmillan (il cui nome compare nei crediti dell'album come Keef) per via della sua altezza. Il luogo scelto per lo scatto, invece, è uno storico mulino del XV secolo che si trova a Mapledurham, nella contea dell'Oxfordshire in Inghilterra.
Molti anni dopo lo scatto, Louisa e Keith racconteranno alcuni retroscena della storica copertina. Per esempio, Louisa racconterà che quella mattina dovette svegliarsi molto presto per raggiungere il vecchio mulino e che dovette sopportare temperature molto rigide, soprattutto considerando il fatto che sotto al mantello non indossava nulla. Questo perché, assieme a Keith, provarono alcuni scatti un po' più osé che, però, furono scartati perché secondo il fotografo:
Qualsiasi riferimento sessuale si sarebbe discostato troppo dall'atmosfera inquietante che stavo cercando di ricreare. Lei, però, è stata una modella fantastica. Ha avuto un grande coraggio e ha capito al volo cosa intendessi fare.
In effetti, per riuscire a raggiungere questa atmosfera da brivido, Keith utilizzò del ghiaccio secco e una macchina del fumo, in modo da ricreare una nebbia che avvolgesse l'intera scena nel mistero. Venne utilizzato anche un corvo finto appostato sull'albero di fianco alla ragazza che, in più, teneva in braccio un gatto nero, entrambi simboli comunemente associati alla stregoneria.
All'interno del vinile gatefold originale (della versione inglese), inoltre, si trova una poesia dai tratti horror accreditata a Roger Brown e scritta all'interno di una croce rovesciata. Secondo Iommi, il gruppo non aveva mai richiesto tale particolare che, invece, aveva generato scontento fra i membri della band perché avrebbe potuto nutrire le accuse di satanismo già rivolte al gruppo. Secondo Iommi, chiunque si fosse occupato dell'interno della copertina aveva preso spunto dal nome del gruppo e, dunque, la prima cosa alla quale aveva pensato era stata una croce rovesciata.
In realtà, nessun fan si lamentò della copertina in sé ma è pur vero che la band iniziò ad attrarre personaggi sempre più bizzarri ai propri concerti, basti pensare che il lancio della versione statunitense dell'album pare sia stato presieduto dall'occultista Anton LaVey, il capo e fondatore dell'organizzazione religiosa californiana della Chiesa di Satana a cui è collegato un altro artista controverso, ovvero Marilyn Manson (ve ne abbiamo parlato in questo articolo).
Ecco svelati, dunque, i retroscena più nascosti di un'iconica copertina che fa da sfondo a un ancora più iconico album.