Categories: ArticoliProg

Pink Floyd: la canzone più oscura di Syd Barrett

Ecco quella che (secondo noi) si potrebbe considerare di diritto la canzone più oscura partorita dalla penna dell'ex leader e membro fondatore dei Pink Floyd. 

Il primo leader e membro fondatore dei Pink Floyd fu anche un prolifico paroliere e compositore. Oltre a scrivere per il gruppo britannico, si dedicò alla musica anche durante i suoi anni come solista, durante i quali partorì due album in studio, entrambi pubblicati nel 1970

Come è noto, i suoi disturbi mentali – che lo portarono ad abbandonare la band nell'aprile del 1968, nel momento di maggiore successo per i Pink Floyd – formarono una componente fondamentale della sua arte. Il risultato fu spesso sbalorditivo ma anche parecchio oscuro e a tratti inquietante

Spulciando la sua discografia, un brano in particolare salta all'occhio come uno dei più "dark" mai scritti da Barrett: parliamo di Jugband Blues, un pezzo dal sapore psichedelico inserito in A SAUCERFUL OF SECRETS, album che i Pink Floyd pubblicarono nel 1968, proprio mentre Barrett si stava separando dalla band (per ulteriori informazioni riguardo a questo album, pietra miliare del rock psichedelico, date un'occhiata a questo articolo).

È molto gentile da parte vostra pensare che io sia qui e vi sono molto grado di aver chiarito che, in realtà, non sono qui e mi chiedo chi stia scrivendo questa canzone...

Con questi versi inizia l'intricato labirinto di rock psichedelico che è Jugband Blues. È interessante notare che la salute mentale di Barrett fosse già in quel momento precaria e come l'artista si trovasse in una fase di transizione: non era ancora un membro esterno al gruppo ma, allo stesso tempo, non partecipò pienamente all'album del quale firmò solo Jugband Blues.

In effetti, in quel periodo gli altri membri della band avevano deciso di affiancare a Barrett un nuovo componente della band, David Gilmour, che avrebbe finito, negli anni, per prendere il posto dell'ex leader.

Passando al contenuto della canzone, Barrett si dimostra molto abile nell'utilizzo di un umorismo che sfocia, a tratti, in cinismo. I destinatari di questa sua ironia sono tutti coloro che lo circondano e che lo stanno ascoltando cantare.

I don't care if the sun don't shine
And I don't care if nothing is mine
And I don't care if I'm nervous with you
I'll do my loving in the winter.

Il pezzo sembra non avere una struttura precisa e può apparire piuttosto sconclusionato. Basti pensare che il giorno destinato alla registrazione del brano Barrett si presentò in studio con una band di Salvation Army (movimento evangelico inglese) alla quale chiese di suonare ciò che volevano anche se slegato dal brano in questione.  

Forse il comportamento di un visionario o forse quello di un uomo che si era trovato più volte a combattere con disturbi di carattere psicologico piuttosto importanti. 

Vale la pena citare anche il video ufficiale della canzone, girato nel dicembre del 1967 per il Central Office of Information – l'agenzia di marketing e comunicazione del governo britannico – che doveva essere un video pubblicitario sul Regno Unito e che che vede Barrett comparire per la prima volta con una chitarra acustica mentre, dietro di lui, vengono proiettate immagini psichedeliche

Tornando al brano, per quale motivo, però, viene considerato fra i più oscuri dell'artista? Principalmente perché viene visto come una sorta di canto del cigno, un ultimo lavoro di Barrett per i Pink Floyd e, in generale, un pezzo denso di quelle problematiche che Barrett stava vivendo sulla propria pelle in quel particolare e delicato periodo. 

Inoltre, nel testo di questa canzone Barrett parla di alcuni degli effetti collaterali dell'utilizzo di LSD che lo tenevano in pugno: per esempio, quando si chiede chi possa aver scritto la canzone in questione (nella strofa di apertura riportata qui sopra), Barrett sta parlando di quella sensazione di dissociazione dal proprio essere, quel distacco dall'idea di esistenza come normalmente viene intesa che è uno degli effetti collaterali più comuni in chi fa uso di droghe allucinogene (ascolta qui la sua See Emily Play). 

Secondo voi, invece, qual è il pezzo più oscuro nella discografia di Syd Barrett?

Trovate altre curiosità sui Pink Floyd nel primo numero della collana di casa Sprea «Le grandi glorie del rock», sul nostro store online.
Alessia Marinoni

Share
Published by
Alessia Marinoni

Recent Posts

10 segreti di Freddie Mercury | CLASSIC ROCK

Freddie Mercury era una persona meravigliosa che ha lasciato un segno in chiunque incontrasse. Ecco…

9 ore ago

The classic tales of YES – il tour 2024 in Italia!

Gli YES annunciano finalmente i nuovi appuntamenti che li riporteranno in Italia fra cui la…

10 ore ago

Arrivano i BLACK CROWES a Milano!

Al TAM Teatro Arcimboldi Milano, il 27 maggio, arrivano i BLACK CROWES per la loro…

1 giorno ago

“Se non sei famoso non esisti!” | VINILE

L’editoriale di Michele Neri dedicato ai lettori di VINILE: che fine ha fatto il senso…

2 giorni ago

Quando Freddie Mercury scrisse “Killer Queen” in una notte | CLASSIC ROCK

Scritta per essere inserita nel terzo album dei Queen, "Killer Queen" si rivelò da subito…

2 giorni ago

Quando De André superò i Led Zeppelin nelle classifiche

De André costruì un concept album sul tema dei vizi e delle virtù. E sbancò…

3 giorni ago

This website uses cookies.