Quando Alan Vega dei Suicide venne quasi colpito da un’ascia durante un concerto

Ci sono molti modi di esprimere il proprio dissenso nei confronti di una band. Uno di questi non è certamente lanciare un'ascia sul palco. L'ha imparato a proprie spese Alan Vega, voce dei Suicide. Ecco cosa accadde. 

Chi fra i nostri lettori è appassionato di musica techno e synth-pop forse avrà già sentito parlare dei Suicide, gruppo newyorkese formatosi nel 1971 e attivo durante l'epoca del picco di new wave

I Suicide, in effetti, pur non essendo molto apprezzati dal grande pubblico per via delle loro sperimentazioni spesso considerate troppo estreme, sono visti da molti come i predecessori di generi musicali che si sono affermati circa un decennio più tardi rispetto alla loro discesa in campo

La band era, in realtà, un duo composto da Martin Rev (sintetizzatore e drum machine) e Alan Vega (voce). Fu proprio la scomparsa di quest'ultimo a decretare, nel luglio del 2016, la fine del gruppo attivo dal lontano 1971 (anche se non in maniera continuativa). 

Il brano più famoso del due è, probabilmente, Frankie Teardrop, pezzo contenuto nel loro eponimo album d'esordio del 1977.

È interessante notare come il nichilismo dei due artisti e la loro profonda delusione nei confronti della vita cittadina e della società moderna si riflettessero in pieno nei loro testi e Frankie Teardrop ne è un esempio lampante: la canzone racconta l'agghiacciante storia di un giovane lavoratore e padre di famiglia che, estremamente angosciato per via delle proprie scarse risorse finanziare, decise di porre fine alla propria vita e a quella di sua moglie e dei suoi figli

E non finisce qui perché alla fine del brano la voce di Vega recita "We're all Frankies, we're all lying in hell" il che suggerisce che questa realtà che i due hanno deciso di raccontare non è poi così distante dal mondo che viviamo ogni giorno e, soprattutto, potrebbe toccarci personalmente.

Ascoltando questo pezzo, in effetti, è facile immaginare perché i due, seppur dotati di grande talento e intuito, non riuscissero a fare presa sul grande pubblico che nella musica spesso cerca una distrazione o una fonte di intrattenimento

Questi rapporti tesi fra la band e il pubblico arrivarono all'apice durante diversi eventi live: per esempio, nel 1978, i Suicide aprirono alcuni concerti dei Clash ricevendo, però, solo molti fischi.

Il dissenso rischiò di trasformarsi perfino in tragedia quando, durante l'apertura di un concerto di Elvis Costello a Bruxelles, qualcuno nel pubblico disprezzò così tanto l'esibizione dei Suicide da decidere di lanciare un'ascia sul palco mancando di poco Vega e causando l'interruzione del concerto. 

Insomma, molti anni dopo possiamo dirlo: non sempre talento e successo commerciale vanno di pari passo e i Suicide – precursori del loro tempo –  ne sono un ottimo esempio. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

You May Also Like