I Pink Floyd e la colonna sonora dello sbarco sulla Luna

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Il 20 luglio 1969 fu "un piccolo passo per l'uomo ma un grande balzo per l'umanità". Fu un salto enorme anche per i Pink Floyd, che scrissero la colonna sonora per l'occasione. E un momento di rivincita per Richard Wright, che per la band aveva rinunciato a una carriera da solista. 

Nel 1968 Syd Barrett, membro fondatore dei Pink Floyd, lasciò la band a causa dei suoi problemi di salute e di dipendenza, che lo avevano reso sempre più alienato (abbiamo raccontato tutta la storia qua). A questo punto la EMI, casa discografica della band, temette che il gruppo avesse perso gran parte del suo potenziale. Si rivolse così - a quanto si racconta - a Richard Wright, chiedendogli di abbandonare i Pink Floyd e intraprendere la carriera da solista, stipulando un nuovo contratto. 

Wright rifiutò, ma la decisione presa non fu facile. Non di rado i geni di Waters e Gilmour finivano per oscurarlo, lui che della band era forse il più timido. Eppure, il vero collante dei Pink Floyd era lui, come ricorda il batterista Nick Mason: "Un contributo che è sempre stato sottovalutato".

Forse sono state proprio le sue tastiere dal suono spaziale a permettere ai Pink Floyd di partecipare a uno dei momenti più memorabili della storia dell'umanità: lo sbarco sulla luna. Il 20 luglio 1969 fu un momento di riscatto per Wright, che dimostrò alla EMI di aver fatto la scelta giusta. 

Fu un giorno che fece la storia. Tutto il mondo era incollato a uno schermo per assistere ai primi passi di Neil Armstrong e dei suoi compagni sulla Luna. In Inghilterra, per l'occasione, la BBC scelse proprio i Pink Floyd. 

Da dieci giorni la BBC trasmetteva programmi dedicati alla luna, inclusi show per bambini, per preparare gli inglesi al grande momento. Scelse i produttori della serie Omnibus per creare uno speciale per l'allunaggio, un live che sarebbe stato trasmesso nelle ore immediatamente precedenti al grande momento. 

Il programma si chiamava So What if It's Just Green Cheese?, e includeva la presenza di attori, letture di poesie e brani dedicati alla luna, e perfino interventi di scienziati. Tra gli altri, vennero invitati anche i Pink Floyd, che per Omnibus avevano già lavorato. 

L'esibizione della band fu sicuramente la parte più emozionante del programma, anche perché immediatamente precedente allo sbarco. I Pink Floyd si esibirono live improvvisando su una nuova suite, composta per l'occasione: Moonhead. Per moltissimo tempo il pezzo rimase inedito, e venne rilasciato ufficialmente solo in un box set del 2016. Esso è accreditato a tutti i membri del gruppo.

David Gilmour lo ricordò come uno dei momenti più emozionanti della sua vita:

Era una trasmissione in diretta e c'era un gruppo di scienziati da un lato e noi dall'altro. Avevo 23 anni. È stato fantastico pensare che eravamo lì dentro a comporre un pezzo di musica, mentre gli astronauti erano in piedi sulla .

Insomma, non ci sono dubbi: nel '68, Richard Wright ha fatto bene a non lasciare i Pink Floyd!

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